“Non è continuando a sfruttare al massimo le discariche esistenti e allargandole o perdendo tempo e risorse dietro agli inutili inceneritori, che si risolverà l’emergenza rifiuti in Sicilia”. Lo dichiara Tommaso Castronovo responsabile rifiuti ed economia Circolare di Legambiente Sicilia.
“Fino a quando – continua – a Palermo e a Catania sarà consentito non fare la raccolta differenziata e continuare ad essere responsabili del conferimento di più della metà dei rifiuti che ogni anno riempie le discariche siciliane, allora non potrà esserci nessuna soluzione alla crisi nel breve periodo. È inaccettabile che Palermo e Catania stiano dilapidando i soldi dei cittadini portando i rifiuti fuori, ritardando ogni anno, e di mese in mese, la necessaria riorganizzazione del servizio di raccolta che non può prescindere dal porta a porta a in tutta la città”, proseguono gli ambientalisti.
“Cosi come – aggiunge Castronovo – è inaccettabile che continuino ad essere ancora bloccati dalla Regione decine di milioni di euro disponibili per migliorare proprio il sistema di raccolta nelle tre città metropolitane”.
“Bisogna cambiare rapidamente passo, senza più nessun alibi, nella direzione dell’economia circolare. Di certo non mancano – conclude Castronovo – né le risorse pubbliche (oltre a quelle del PNRR), né quelle private per accelerare gli investimenti destinati sia a migliorare il sistema di raccolta differenziata sia realizzare gli impianti di recupero e riciclo dei rifiuti differenziati. Manca la volontà, mancano le competenze e, probabilmente, mancano le capacità politiche e gestionali a livello regionale per definire i procedimenti autorizzativi”.
Ieri la Regione ha previsto un contributo ai 167 Comuni siciliani “ricicloni“, ovvero quelli virtuosi che nel corso del 2020 hanno superato il 65% della raccolta differenziata. A questi (L’ELENCO QUI) è stata assegnata una somma fissa di 8.982,04 euro e una variabile in base alla popolazione.