La Regione Siciliana ha deciso di sospendere i rifornimenti di acqua tramite nave cisterna della Marina Militare al porto di Licata, in provincia di Agrigento. La decisione è stata presa dopo aver verificato che il costo per metro cubo d’acqua trasportato risulta eccessivamente elevato, fino a 43 euro, ovvero 6131% in più rispetto al prezzo di mercato di 0,69 euro imposto dalla precedente giunta regionale guidata da Nello Musumeci.
La richiesta di verifica
“Il rifornimento a Licata per mezzo della nave cisterna della Marina Militare è risultato caro rispetto al quantitativo fornito e pertanto abbiamo chiesto una doverosa verifica dei costi ed eventuali soluzioni alternative” ha dichiarato il capo della Protezione Civile regionale, Salvo Cocina.
L’operazione della nave “Ticino”
La nave della Marina Militare, chiamata “Ticino”, era stata richiesta ad aprile scorso dai tecnici della Regione per fronteggiare la carenza idrica dovuta alla siccità. Il suo arrivo era stato annunciato per l’inizio di luglio e il primo carico a metà mese, ma solo dopo si è potuto calcolare precisamente il costo dell’operazione.
Analisi dei costi e confronto
“In base al tempo impiegato per le operazioni di carico e scarico e per il tragitto di andata e ritorno, ogni viaggio costa circa 50 mila euro, con una spesa di 43 euro al metro cubo” ha spiegato Cocina. Si tratta di un costo di oltre tre volte superiore rispetto alle navi cisterna fornite dal Ministero dell’Interno per rifornire d’acqua potabile le isole minori, dove il metro cubo costa 11 euro.
Sospensione temporanea e ricerca di alternative
La Regione ha quindi ringraziato il Dipartimento nazionale della Protezione Civile, il Covi e la Marina Militare per la disponibilità, ma ha ritenuto opportuno sospendere temporaneamente il servizio in attesa di soluzioni alternative più convenienti per fronteggiare l’emergenza idrica.
Corsa contro il tempo per nuove fonti
Nel frattempo è corsa contro il tempo per individuare nuove fonti di approvvigionamento idrico, dato che le temperature restano elevate in tutta la Sicilia. “La Regione si è già adoperata per individuare fonti di approvvigionamento, di capacità anche superiore” ha assicurato il capo della Protezione Civile Cocina.
Si era parlato di possibili prelievi dal territorio di Pozzallo, in provincia di Ragusa, ma il sindaco Roberto Ammatuna ha frenato: “Non permetteremo di togliere acqua dal nostro territorio per trasferirla altrove. L’aiuto ai Comuni che soffrono la sete passa da investimenti e non penalizzando chi ha già programmato il proprio fabbisogno idrico”.
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