Come vivono i pazienti oncologici del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo l’emergenza Coronavirus, quali sono le loro più grandi preoccupazioni e come stanno rispondendo alle restrizioni emanate dal Ministero della Sanità?
A somministrare queste tre brevi domande ad un campione di centinaia di malati di cancro è stata l’oncologa Maria Rosaria Valerio coadiuvata dal dr. Giovanni Vaccaro dell’U.O.C di Oncologia Medica.
L’obiettivo era quello di capire se i malati oncologici che già di per sé vivono una condizione di fragilità emotiva e di incertezze legata alla patologia tumorale potessero andare incontro a ulteriori destabilizzazioni di tipo psico-emozionale con conseguenti possibili interferenze nel percorso delle cure, così da intercettare e intervenire tempestivamente con il supporto psiconcologico che oggi come non mai riveste un ruolo di centralità nella loro gestione.
Ciò che emerge è una paura doppia, perché da una parte essi sono preoccupati per la loro malattia, per il loro tumore, in pratica si sentono timorosi di non poter continuare le cure attuali per poter combattere il male, dall’altro canto c’è la preoccupazione di contagiarsi e quindi ogni accesso in ospedale e lo stesso incontro con i medici per le terapie sono visti come una possibile occasione di contaminazione per sé e per i familiari che spesso accompagnano la categoria dei non autosufficienti.
Spiega la dottoressa Valerio: “Di certo, questa epica emergenza sanitaria che è diventata anche sociale ed economica, ha destabilizzato lo stato d’animo di molti pazienti (si evince dalle risposte), che purtroppo dai primi di marzo si sono trovati a fare fronte ad un’altra sfida contro un nemico invisibile e verso il quale ad oggi non disponiamo di cure di documentata efficacia rendendoli più fragili e timorosi”.
Ma proprio gli stessi malati con molto spirito di sacrificio hanno mostrato massima collaborazione nel rispetto delle misure precauzionali anticontagio che l’U.O.C di Oncologia Medica sin dall’inizio dell’emergenza ha messo in atto in stretta collaborazione con lo staff dell’Unità di Rischio Clinico al fine di consentire il proseguo delle prestazioni oncologiche non differibili in condizioni di sicurezza per i pazienti e per tutto il personale sanitario.
Di contro ancora oggi nonostante i decreti regionali e nazionali che impongono in modo categorico il distanziamento sociale come principale arma per limitare il contagio esistono molti casi di cittadini poco responsabili per non dire scriteriati, cittadini che non accettando questa grave emergenza sanitaria continuano ad assumere comportamenti errati, esponendo se stessi e rischiando di vanificare i sacrifici della maggior parte dei cittadini e naturalmente il lavoro svolto dai tantissimi medici, infermieri e personale parasanitario che da mesi opera negli ospedali con maggior intensità mettendo ad altissimo rischio la propria vita minuto dopo minuto”.
“Ma se dietro le mascherine – prosegue l’oncologa – si nascondono occhi spaventati e diffidenti per via di un carico emozionale importante, legato alla continua diffusione del virus, sebbene fortunatamente in Sicilia il contagio sia più contenuto rispetto alle regioni del Nord Italia, è importante in questo momento rassicurare tutti nei limiti del possibile che gli sforzi sono messi in atto per ridurre al minimo i rischi di contagio e ovviamente con il buon senso si cerca di razionalizzare gli accessi in ospedale”.
E quindi con una raccomandazione peraltro condivisa dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica, “si è cercato per esempio di rinviare gli accessi non urgenti come ad esempio le visite di follow up per chi non è più in trattamento attivo attivando percorsi alternativi attraverso mail e messaggi telefonici, mentre sono garantiti i trattamenti non differibili in modo indiscriminato, la cui interruzione in alcuni casi potrebbe comportare un danno in termini di progressione di malattia tumorale, ottimizzandone gli accessi, riducendo il numero dei caregiver, riducendo i tempi di attesa, cosi come proseguono le prime visite che necessitano di un inquadramento diagnostico terapeutico non differibile” .
Gli oncologi insomma sono sempre presenti, questo è il messaggio che l ‘Oncologia Medica del Policlinico Paolo Giaccone vuole trasmettere a chi purtroppo sta vivendo questa doppia battaglia.
Tra le risposte più significative del questionario, si diceva, arrivano quelle dettate dal buonsenso: “Oggi mi sento tranquillo – ne recita una -, dopo un periodo iniziale di sbandamento e inaccettabilità è arrivata una sorta di serenità, speranza e fiducia”.
Tra quelle che riguardano le loro principali preoccupazioni, il trend è rivolto per lo più ai propri familiari: “Temo per i miei figli che rappresentano la cosa più importante della mia vita”, ha risposto in linea di massima un’altra fetta di intervistati, ma nella sostanza si percepisce una eco di grande speranza affinché si ritorni presto alla normalità.
In merito alle restrizioni imposte dal governo, la voce corale dei pazienti è stata in certi casi quella di non riuscire a soddisfare i propri bisogni giornalieri, dover insomma rinunciare a momenti di distrazione fondamentali per convivere con il problema oncologico, in altre situazioni gli stessi interpellati hanno interiorizzato che restando a casa si vive in maniera più sicura, ma non sono mancate le risposte con grande carico di stress, nostalgia e “desiderio di tornare a vivere come prima perché la quarantena viene percepita un po’ come la cella di un carcere”.
A tirare le somme del questionario e a rassicurare i malati oncologici ecco quanto Maria Valerio tiene a sottolineare: “E’ un momento di grande difficoltà e di grande paura sia per i pazienti oncologici che per noi operatori che lavoriamo quotidianamente con loro, ma niente panico – aggiunge con sicurezza -, l‘oncologia medica, sebbene con disagi e limitazioni prosegue l’attività garantendo l’assistenza. E’ comunque fondamentale che ognuno di noi faccia la propria parte, con grande spirito di sacrificio e spiccato senso civico, ci vorrà ancora del tempo – conclude Maria Rosaria Valerio – ma riusciremo a vincere questa ennesima sfida che ha coinvolto l’intera umanità”.
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