L’assessore ai Cimiteri, Roberto D’agostino ha illustrato oggi, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo delle Aquile, le iniziative poste in essere dall’Amministrazione comunale per il superamento delle criticità relative alla presenza di circa cinquecento salme in attesa di inumazione presso il cimitero di Santa Maria dei Rotoli.
“In questi mesi – ha esordito l’assessore – abbiamo dovuto affrontare anche eventi spiacevoli , denunce ed alcuni cambi ai vertici dirigenziali. Le cinquecento salme a deposito appartengono a tre diverse tipologie: trecento circa sono quelle destinate al seppellimento a terra, circa cento sono quelle destinate agli ipogei e la parte rimanente è costituita dalla cosiddetta raccolta resti. Prima della rottura del forno crematorio, eravamo in linea con le salme da cremare, circa 6 al giorno per 6 giorni di cremazioni a settimana”.
L’assessore indica poi i tempi per il rientro dall’emergenza. “Trecento salme in meno entro i primi di agosto, con 156 nicchie individuate e già “liberabili”, cioè con salme di età superiore ai trent’anni, in cui contiamo di spostare altrettante salme presenti in deposito, nel più breve tempo possibile. L’amministrazione conta di liberare ulteriori nicchie, con il controllo delle salme con vetustà di ventinove anni e poi, a scalare, di ventotto, ventisette e così via, grazie ad un provvedimento emergenziale del sindaco, già predisposto, che consentirà di anticipare il termine dei trent’anni. Il provvedimento verrà a breve sottoposto al vaglio del Consiglio comunale, grazie al quale contiamo di liberare diverse centinaia di altri posti (il totale delle nicchie assegnate ai rotoli è 5160).
Contiamo poi di liberare le restanti 200 salme in giacenza entro i primi di settembre e riteniamo che per quella data l’emergenza dovrebbe essere considerata del tutto rientrata. L’obiettivo “zero” bare in attesa è tutt’altro che irraggiungibile.
Abbiamo, inoltre, l’intenzione di incentivare la cremazione, faremo in modo che si ribalti il rapporto tra i costi di cremazione e di inumazione, rendendo la prima economicamente più vantaggiosa rispetto alla tradizionale inumazione, auspicando in tal modo di superare anche antiche ritrosie correlate al credo religioso. Se guardiamo i numeri dell’anno scorso, nonostante i guasti del forno crematorio , abbiamo registrato circa 1300 richieste (752 cremazioni nel primo semestre e 541 nel secondo semestre). La propensione delle famiglie alla cremazione è crescente, su un numero totale di decessi che è stato, nel 2019, di 9423. Significa che, già oggi, poco meno del 15 per cento delle famiglie, pur con tutte le difficoltà del caso, è disponibile alla cremazione. E questo numero è destinato certamente ad aumentare.
Ancora, stiamo realizzando, attraverso la Protezione Civile, dei gazebo in cui andremo a posizionare le salme in uscita dalle nicchie per le quali è scaduta la concessione, qualora i congiunti abbiano difficoltà a presenziare alle operazioni di esumazione. In questo modo non rimarremo più bloccati con l’attività di raccolta resti e liberando in tal modo le nicchie.
Stiamo rafforzando, inoltre, – ha continuato D’Agostino – le squadre di operai della Reset con una interna del Comune, che proviene dagli altri cimiteri.
Anche “grazie” all’emergenza pandemica, abbiamo adottato tutta una serie di misure volte a digitalizzare e, dunque, a rendere più spedite alcune procedure, per cui le imprese non avranno più l’onere di recarsi necessariamente a Palazzo Barone per il disbrigo di alcune pratiche che potranno invece espletare on-line.
Per velocizzare la gara di progettazione esecutiva del nuovo forno crematorio, stiamo cercando di approfittare delle nuove opportunità offerte dal decreto semplificazione.
Infine, con il grande supporto di una una task force che in meno di cinque mesi ha lavorato benissimo, procede spedita la progettazione esecutiva per la realizzazione del cimitero a Ciaculli, per il quale l’amministrazione ha deciso di mettere 15 milioni, che è uno sforzo tutt’altro che trascurabile in questo particolare momento storico. Per il resto faremo ricorso al project financing oppure a fondi statali”.