Ancora ieri sera fuochi d’artificio, lanterne cinesi e canzoni napoletane per ricordare Emanuele Burgio, il giovane ucciso alla Vucciria a Palermo la notte tra il 30 e il 31 maggio. In diverse zone del capoluogo siciliano e quasi contemporaneamente sono stati esplosi giochi pirotecnici sia nel luogo dell’omicidio alla Vucciria che nella zona di Sperone e Brancaccio dove il giovane viveva.
Fuochi d’artificio anche a Ballarò. Sono state lanciate nel cielo anche centinaia di lanterne cinesi che hanno illuminato la notte palermitana. Le lanterne cinesi erano visibili da diverse zone della città.
Si ripetono dunque da una settimana queste manifestazioni per ricordare il giovane ucciso alla Vucciria. In carcere per il delitto ci sono i palermitani Giovanni Battista Romano, 29 anni, Matteo Romano, 39 anni e Domenico Romano di 49 anni. Il questore di Palermo aveva vietato i funerali pubblici di Emanuele figlio del boss Filippo Burgio in carcere a Voghera dove sconta una pena per mafia ed estorsione.
I funerali di Burgio si sono tenuti in forma strettamente privata. I funerali pubblici erano stati vietati dal questore di Palermo Leopoldo Laricchia, dopo i caroselli per strada, i manifesti con il ritratto del defunto e i fuochi d’artificio in vari quartieri.
La cerimonia dell’ultimo saluto si è tenuta al cimitero di Sant’Orsola, a Palermo. La salma è stata già tumulata in un loculo acquistato dalla famiglia. Per motivi di sicurezza, il magistrato di sorveglianza ha rigettato l’istanza di concedere al padre di Emanuele Burgio, Filippo, un permesso per partecipare al funerale. La richiesta era stata presentata dall’avvocato Giuseppe Farina.
In questa settimana la Vucciria ha più volte ricordato con botti e musica il giovane ucciso dopo una lite con tre componenti della stessa famiglia – i Romano – con cui aveva avuto diverse discussioni dopo una lite stradale.
Il divieto dei funerali pubblici per evitare disordini e assembramenti non aveva impedito i fuochi d’artificio e le folla e la polizia era stata costretta a intervenire. Ancora ieri nel quartiere di uno dei mercati storici di Palermo si sono ripetute le manifestazioni con oltre un centinaio di persone, molte giovanissime, che si sono concentrate sotto una gigantografia della vittima.
Il ragazzo assassinato era molto noto nella zona. esperto di boxe, figlio di un capomafia, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco.
Uno dei sicari fermati ha ammesso il delitto, che è stato ripreso dalle telecamere di alcuni locali della zona, e ha sostenuto che non si è trattato di una aggressione ma di legittima difesa visto che Burgio, giorni prima, aveva picchiato uno di loro e che stava per aggredirli nuovamente.
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