Le elezioni in Sicilia e in particolare a Palermo lasciano strascichi importanti in casa degli sconfitti. Mentre ancora nei 5 stelle bisognerà fare i conti e c’è già la nomina di un referente regionale (Nuccio Di Paola) che dovrà guardare dentro casa sua, nel Partito democratico si è giocata una partita interna non da poco.
Carmelo Miceli primo degli eletti
Primo degli eletti al consiglio comunale di Palermo è risultato Carmelo Miceli, deputato nazionale, ex segretario del partito a Palermo, oggi esponente della corrente Base riformista. E’ lui a staccare il primo biglietto per sala delle lapidi con 2064 voti. Scavalca i big del partito in Sicilia come Giuseppe Lupo, deputato regionale e capogruppo all’Ars, che si ferma a 1561 preferenze, scavalcato anche da Teresa Piccione con la quale correva in coppia e che fa segnare 2038 preferenze.
Numeri da resa dei conti
Se è vero che il Pd è il primo partito è anche vero che in campo c’erano i big cosa che non è successa dentro Forza Italia distanziata di percentuali da prefisso telefonico. La sconfitta, dunque, è completa, per la coalizione e questo pone le basi per la resa dei conti fra i democratici.
Miceli chiaro sui nuovi equilibri
E dall’alto del suo risultato Carmelo Miceli indica responsabilità precise. “Mi aspetto che qualcuno si assuma la responsabilità politica come si fa dalle nostre parti -dice a BlogSicilia Carmelo Miceli – mi aspetto che qualcuno prenda atto di aver voluto imporre una candidatura su un impianto volutamente ristretto senza aprire, da un lato alla partecipazione di massa con le primarie, e dall’altro senza aprire a contaminazioni”.
“Penso ad esempio a Fabrizio Ferrandelli – continua Miceli – penso alla possibilità che ci poteva essere di non lasciarlo andare da solo. Ma penso anche a tanti soggetti che si sono trovati in una oggettiva difficoltà in una coalizione di centrodestra come gli ex Pd oggi Italia Viva (Miceli è stato in passato un esponente di quella che allora era la corrente renziana del Pd, ndr), penso a tutti questi. Mi chiedo perché non si è voluto creare una piattaforma politica diversa”.
Serve cambio di dirigenza politica nel Pd
“C’è una sconfitta di chi ha tracciato una linea politica a casa mia e di questo bisogna discutere e prendere atto immediatamente. Mi aspetto anche che qualcuno, il segretario provinciale in testa, sia conseguente”.
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