“Accolgo con favore l’intento di Renzi di fare una legge elettorale entro il 7 luglio. Vuol dire che le Camere si sciolgono a luglio e si va a votare, non credo a settembre perché è troppo presto, ma sarebbe perfetto se si votasse il 22 ottobre, così faremmo l’election day anche con il referendum”.
Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni “Mi pare – ha continuato – ci siano le condizioni, si sta avvicinando concretamente questa prospettiva di andare al voto in autunno, ne prendo atto con soddisfazione e spero nell’election day regionali, politiche e referendum”.
Si tratta dell’ennesimo pronunciamento favorevole ad elezioni anticipate che sembra aprire proprio a questo gendere di sceltas. un anticipo, in realtà, non consistente ma di appena qualche mese visto che la legislatura sarebbe comunque scaduta a febbraio. Elezioni anticipate di un periodo fra i quattro e i sei mesi nonc reerebberpo problemi a nessuno dei parlamentari.
Qualche difficoltà, invece, la creerebbero alla Regione siciliana che, pur non avendo ancora convocato i comizi elettorali perchè non ci sono ancora i termini per farlo, pensava a svolgere le elezioni regionali il 5 novembre.
Una possibilità che adesso appare un po’ più remota. Significherebbe chiamare alle urne gli elettori siciliani due volte in quindici giorni. Una prima volta per le elezioni regionali e per il referendum, ed una seconda volta per le regionali.
L’effetto della doppia chiamata alle urne, si sa, è l’abbassamento dei votanti. Lo dimostrano i ballottaggi in occasione delle elezioni dei sindaci. Al secondo turno vanno a votare sempre meno rispetto al primo turno. In un periodo di astensionismo dilagante una simile scelta sarebbe abbastanza complessa da sostenere.
Ci sono, poi, altri grandi temi come quelli delle candidature. Da questo punto di vista la doppia elezioni forse farebbe un po’ di spazio perchè in tanti dovranno scegliere se correre per le nazionali o per le regionali. A qualcjuno, anche di rilievo, potrà essere offerto un posto nella corsa alla camera per far spazio alla Regione o, viceversa, una candidatura alla regione per far spazio alle politiche.
C’è, in realtà, in campo un’altra ipotesi che sembra perfino più gettonata nelle dichiarazioni ma che appare complessa da realizzare ovvero quella del voto ancor più anticipato: a settembre. In questoc aso le due elezioni (nazionale e regionale) sarebbero più lontane e l’effetto astensionismo leggermente mitigato ma in fondo neanche troppo. resterebbero, invece, in piedi tutte le considerazioni politiche sulle candidature.
Insomma un elemento pro ed un elemento contro in entrambi i casi. Di fatto la scelta che maturerà a Roma influenzerà anche quelle da fare a Palermo perchp non ci sarà più un paracadute per chi dovessere essere, ad esempio, bocciato alle regionali e in molti dovrnno scegliere dove correre e come ‘contarsi’