A Palermo c’è una casa editrice che continua a imporsi da oltre 30 anni tra le tra realtà editoriali di qualità del nostro Paese. Un motivo di vanto non solo per Palermo ma per l’intera Isola. Dal quel lontano 1988 la casa Editrice La Zisa è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante anche attraverso una nuova rete di distribuzione con depositi tutte le regioni d’Italia.
Da Palermo la casa editrice La Zisa vuole lanciare un chiaro messaggio: la cultura, quella vera, quella che forma, funziona. Il 2018 è stato un anno importante, ben 30 candeline sono state spente, di una casa editrice attenta al mercato e in costante ricerca di nuovi talenti e che ripropone classici importanti ormai dimenticati. Così passato e presente si fondono in una realtà palermitana ormai consolidata.
Fondamentale il ruolo di ‘scopritrice di talenti’ che è il fiore all’occhiello, la cifra comunicativa di questi trent’anni di attività. Una caratteristica alla quale non solo non si vuole rinunciare ma intorno alla quale oggi La Zisa rilancia proprio la ricerca di nuovi talenti letterari.
Lo fa con un annuncio tradizionale ma accattivante “Sei già uno scrittore o vorresti diventarlo? Hai un libro nel cassetto che vorresti pubblicare? Stai finendo di scriverne uno e cerchi una casa editrice che possa pubblicarlo? CERCHIAMO proprio TE! Inviaci la tua opera!”
La casa editrice spazia fra vari generi selezionando opere inedite di poesia (minimo 30 componimenti), narrativa (romanzi e raccolte di racconti), saggistica e perfino tesi di laurea. Una vera e propria selezione per partecipare alla quale è necessario inviare il proprio testo, entro e non oltre il 31 dicembre 2019, insieme ai dati personali (nome, cognome, indirizzo e recapito telefonico) a: Edizioni La Zisa, via Vann’Antò 16 – 90144 Palermo (It); o via e-mail a: lazisaeditrice@gmail.com
I volumi delle Edizioni La Zisa hanno codice Isbn, a richiesta bollino Siae, codice a barre e vengono distribuiti sul territorio nazionale (circuito Feltrinelli, librerie Mondadori, Ubik, etc.) e in Svizzera e venduti anche all’estero.
Sono innumerevoli i risultati raggiunti e i progetti per il futuro come sono state molteplici le iniziative nate con l’obiettivo di trovare giovani autori promettenti.
Già a metà degli anni Novanta l’attività editoriale è stata applaudita dagli universitari di Palermo, ma non solo: un riconoscimento che si tradusse nella pubblicazione di alcuni volumi di affermati studiosi di diverse discipline e che diedero vita a nuove collane di storia, sociologia, antropologia, architettura, critica letteraria, economia. Tra gli autori, solo per citarne alcuni, si trovano i premi Nobel per la letteratura François Mauriac, Maurice Maeterlinck, e Ghiorgos Seferis ma anche i magistrati Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’elenco continua con don Luigi Sturzo, l’archeologo Vincenzo Tusa, lo storico liberale Antonio Jannazzo, i sociologi Mario Grasso, Mario G. Giacomarra e Alessandra Dino, l’architetto Giuseppe Esposito e tanti altri.
Come appare chiaro da alcuni dei nomi sopra menzionati, sebbene le Edizioni La Zisa abbiano privilegiato la saggistica, non di rado hanno rivolto il loro interesse alla narrativa mantenendo il livello della loro produzione sempre medio-alto e lanciando talvolta anche talentuosi emergenti alcuni dei quali hanno poi continuato la propria carriera con prestigiosi e affermati marchi nazionali.
Edizioni La Zisa è imprenditoria ma anche solidarietà e lotta alla mafia. Trent’anni di battaglie in nome della legalità e contro ogni tipo di mafia, da quelle criminali a quelle burocratico-politiche. Ad aprile hanno deciso di siglare, in occasione del venticinquesimo anniversario del genocidio dei Tutsi in Ruanda, un milione di morti in appena tre mesi nel 1994, un accordo che prevede di destinare parte dei ricavi a una delle più attive e serie organizzazioni di volontariato che si prodigano in quell’angolo quasi dimenticato, dall’Occidente, di Mondo: la onlus Inshuti Italia-Rwanda.
Lo spirito di innovazione e la ricerca di talenti è la cifra della casa editrice, ora sta agli scrittori, siciliani e non, rispondere all’appello
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