“L’Ecomostro di via Tiro a Segno va abbattuto. Rimango sorpreso da certe dichiarazioni“. Così si è espresso ai nostri microfoni il presidente della II Circoscrizione Giuseppe Federico, a proposito dall’idea lanciata dal capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo, che ha chiesto di valutare la possibilità di ristrutturare l’immobile che si trova nei pressi di Sant’Erasmo vista, a suo giudizio, la similarità dei costi fra l’abbattimento e la riqualificazione della struttura. Un’idea che non trova d’accordo l’esponente del territorio eletto proprio in quota Forza Italia e all’interno della coalizione di centrodestra, che evidenzia il grave quadro di degrado che da decenni ha ormai rovinato in maniera irreversibile il bene.
Federico: “Ecomostro va abbattuto”
Una posizione che il presidente della II Circoscrizione chiarisce fin da subito. “Leggendo l’articolo sull’Ecomostro di via Tiro a Segno, non riuscivo a credere a quello che stavo leggendo. Incuriosito dalle parole del capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo, sono andato a rivedere anche la registrazione della seduta di Consiglio Comunale del 17 maggio. E ancora di più sorrido, visto che esordisce nel suo intervento dicendo ‘questa mattina mi sono svegliato e ho pensato..’. Forse si è svegliato tardi”, attacca l’esponente di centrodestra.
“Seguo questa vicenda in prima persona da nove mesi – sottolinea Federico -. Uno dei primi sopralluoghi che ho fatto da presidente di Circoscrizione insieme all’assessore Maurizio Carta è stato proprio in via Tiro a Segno, sottolineando l’esigenza che questa struttura va abbattuta. Necessità condivisa dall’Amministrazione. E’ stato nominato un Rup. L’iter sta avanzando. Le dichiarazioni di Inzerillo vanno contro questa linea“. Un parere, quello di Giuseppe Federico, che si basa sulla necessità di evitare ulteriori rallentamenti. “E’ un ragionamento (quello sulla ristrutturazione n.d.r.) che ci può anche stare da un punto di vista formale, anche se il rischio è uno: ovvero paralizzare tutto per anni, in attesa che venga fatta un’analisi statica dei pilastri”.
“Struttura danneggiata da intemperie e da vandali”
Immobile che, a parere del presidente della II Circoscrizione, non ha grandi chance di rilancio. “Parliamo di una struttura lasciata da decenni alle intemperie e all’azione dei vandali che l’hanno brucrata diverse volte. Non sono un tecnico, ma ho seri dubbi che questa struttura possa essere ristrutturata. Inoltre, questo immobile è situato su una zona sismica R3. Ritengo che la scelta dell’Amministrazione sia la più fattibile, quella più celere e quella che nei pressi mesi vedrà luce. Ovvero, demolire l’Ecomostro e destinare l’area a zona verde. E’ quello che chiedono residenti e commercianti, anche con possibile riguardo alla nascita di un parcheggio, visto che il porticciolo di Sant’Erasmo sta diventando un punto d’attrazione turistica”.
Un abbattimento che va anche nella direzione di eliminare alcuni fenomeni di degrado che interessano la zona, come l’abbandono di rifiuti e le ataviche criticità che interessano il sistema fognario. “L’abbattimento permetterà di riaccendere la luce sulle problematiche del limitrofo condominio, troppo spesso lasciato all’incuria in passato. Sono sicuro che il Comune continuerà su questa strada Poi si può anche decidere di intraprendere strade diverse ma l’importante è ridare decoro alla zona e farlo in tempi celeri. Bisogna dare risposte alla città. E, fra l’intitolazione di parte della strada a fratel Biagio Conte e la futura demolizione dell’Ecomostro, possiamo dire che questo processo è iniziato”.
L’idea di Inzerillo: “Riqualificare ha stessi costi di abbattimento”
Le parole di Giuseppe Federico si riferiscono all’idea, esposta nella giornata di giovedì 18 maggio, dal capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo. “I costi da sostenere per lo smaltimento del materiale di risulta dell’abbattimento sono decisamente importanti, visto che si tratta comunque di rifiuti speciali per i quali la ditta che si occuperà dei lavori dovrà seguire delle procedure ben precise – aveva dichiarato l’esponente azzurro – . Spese che, rapportandomi con alcuni tecnici, sembrano essere uguali o comunque simili a quelle necessarie ad una riqualificazione del bene“. Rimane da capire se l’attuale stato della struttura di via Tiro a Segno può garantire tale opzione.
“Attendo la risposta dei tecnici del Comune sulla stabilità dell’immobile – ha sottolineato Inzerillo -. Se con la stessa cifra, abbiamo la possibilità di riqualificarlo e di creare un polo da destinare a scopi sanitari o sociali, perchè non dovremmo farlo? E’ una struttura enorme. Ci sono tanti impieghi possibili a servizio della comunità“. Una decisione, quella sulla destinazione d’uso del bene, che secondo Inzerillo spetta al Consiglio Comunale. “Rappresentiamo l’organo eletto dai cittadini e quello più vicino agli stessi, in grado di sentire le esigenze e i sentori delle comunità del territorio”.
Avanza l’iter per l’abbattimento
Intanto però, l’iter per l’abbattimento procede. Ad occuparsi delle operazioni preliminari è il Coime. Il dirigente capo della maestranze comunali Francesco Teriaca ha provveduto a nominare il Rup per le procedure di abbattimento. Si tratta di Antonio Settepani, ingegnere a disposizione delle maestranze comunali. Superato quindi l’impasse derivato proprio dalla ricerca di una figura apicale che si dovesse occupare della procedura. Una nomina che però non sarebbe ancora determinante per le sorti della struttura. Per sbloccare le operazioni infatti servirebbe un ulteriore atto di indirizzo, come spiegato ai nostri microfoni dal dirigente Francesco Teriaca.
“Prima di abbatterlo, ci vuole una formale autorizzazione di Giunta, visto che è un bene confiscato alla mafia, dove devono inserire le specifiche e il perchè si sta scegliendo di abbatterlo”. La procedura burocratica, intanto, avanza. E’ lo stesso Teriaca ad indicare i prossimi step “. Abbiamo già fatto la manifestazione d’interesse, al quale hanno risposto tre professionisti fra i quali abbiamo scelto il profilo indicato. Bisognerà chiedere il preventivo per la progettazione della demolizione, per poi procedere per l’affidamento”. Pur tuttavia, il dirigente del Coime non chiude la porta ad un possibile cambio di rotta. “E’ una scelta che deve prendere l’Amministrazione. Nulla vieta all’Amministrazione di scegliere il recupero. Noi siamo semplici esecutori di una volontà”.
I problemi di via Tiro a Segno
Sulla strada al confine fra I e II Circoscrizione ci sono però problemi anche più contingenti. Fra questi la presenza di acque fognarie a cielo aperto proprio a pochi metri dall’ecomostro sopracitato. Liquidi che si depositano nelle stradelle laterali del plesso abitativo del civico 60. Palazzo nel quale abitano circa 140 famiglie, costrette giornalmente a fare i conti con l’acqua di fogna presente sul posto. Un fatto già noto almeno dal 2016, quando fu realizzata una conferenza di servizi alla presenza dei tecnici di Amap, Coime, e degli uffici comunali al fine di risolvere il problema. Da allora il Comune ha provato a sollecitare Amap ad un intervento. Ciò anche attraverso un’ordinanza sindacale del 25 gennaio 2021, con la quale l’allora sindaco Leoluca Orlando chiedeva un intervento urgente sul posto.
Da anni si attende infatti lo sblocco dei lavori sul sistema fognario. Secondo le ultime notizie che giungono dagli uffici, i tecnici dell’azienda Amap hanno consegnato il preventivo per concludere gli interventi per eseguire gli interventi necessari nei pressi dello stabile della II Circoscrizione. Opere che dovrebbero costare intorno ai 200.000 euro e per le quali si attende il via libero del Comune di Palermo. Interventi attesi da tempo e sui quali Palazzo delle Aquile dovrà comunque agire in fretta, vista la condizione igienico-sanitaria dei luoghi che, con particolare riguardo alle giornate di pioggia battente, diventando terra per pozze d’acqua fetide e malsane. Fatto attenzionato, nei giorni scorsi, dal consigliere della II Circoscrizione Giuseppe Guaresi, che ha lanciato un appello per liberare la strada dalle acque che si erano ammassate durante l’ultima ondata di maltempo. Operazion eseguite dalle maestranze dell’Amap, ma che fanno riflettere sulla necessità di opere urgenti sulla struttura.
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