Da decenni giace nell’area di Sant’Erasmo in attesa di una demolizione che tarda ad arrivare ancora. Per vedere abbattuto l’Ecomostro di via Tiro a Segno, a Palermo, bisognerà attendere ancora. Questo è quanto filtra dall’ultima conferenza di servizi tenuta all’Ufficio Città Storica lo scorso 4 ottobre. Due le condizioni ritenute essenziali dall’Amministrazione per potere procedere con l’iter: lo svolgimento di alcuni approfondimenti sulle fondamenta della struttura e l’avvio della bonifica da parte di Rap. Controlli che, logicamente, comporteranno un allungamento dei tempi.
Abbattere l’Ecomostro di via Tiro a Segno: quanto bisognerà aspettare?
Una vicenda, quella dell’abbattimento dell’Ecomostro, di cui si è tornato a parlare a novembre 2022. Durante un sopralluogo della IV Commissione consiliare, l’assessore Maurizio Carta annunciò infatti la volontà di conferire al Coime l’incarico per eliminare la struttura abusiva divenuta terra di degrado ormai da decenni. Come è noto infatti, l’area di via Tiro a Segno si è più volte trasformata in una discarica a cielo aperto di spazzatura e in un covo per tossicodipendenti e senzatetto. La nomina del Rup avviene cinque mesi dopo, con il conferimento dell’incarico per l’avvio dell’iter d’abbattimento ad Antonino Settepani. Da allora si è mosso poco o nulla. Gli uffici continuano a lavorare sotto traccia alle procedure burocratiche, ma di passi in avanti concreti se ne sono fatti pochi. Anzi, la politica si è messa a discutere perfino sull’idea stessa della demolizione. A maggio infatti il capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo propose di ristrutturare il plesso o comunque parte di esso al fine di riqualificare l’area e destinarla a scopi sociali. Fatto a cui si è opposto il gruppo di Fratelli d’Italia, che decise di sostenere l’idea della distruzione del fabbricato. Progetto però di cui si discute da tempo e che non si riesce a portare a termine.
Gli ultimi aggiornamenti risalgono al 20 ottobre 2023. In una lettera di risposta ad un’interrogazione consiliare sul tema firmata dal Rup Antonino Settepani e dal dirigente Francesco Teriaca, condivisa peraltro dall’assessore Maurizio Carta, vengono poste due condizioni imprescindibili per procedere all’abbattimento di via Tiro a Segno. La prima riguarda gli “approfondimenti da parte degli uffici preposti, riguardanti l’intervento di riqualificazione dell’area originata dalla demolizione dello scheletro, con riferimento all’utilizzo o meno della parte ipogea e sistemazione urbanistica del sito“. Vale a dire che bisognerà eseguire degli ulteriori controlli delle stanze sotto il livello della strada e delle fondamenta. Analisi che comporteranno, logicamente, un allungamento dei tempi. Inoltre, prima di demolire l’Ecomostro, bisognerà procedere “all’avvio dell’attività di bonifica dell’area oggetto dell’intervento di demolizione, da parte di Rap o attraverso affidamento del Servizio Ambiente, nonchè la conseguente predisposizione di idonea recinzionerealizzata dal Coime a salvaguardia del sito, nelle more che venga completato l’iter amministrativo per le opere di demolizione del manufatto”. Insomma, prima di vedere scomparire l’Ecomostro di via Tiro a Segno bisognerà aspettare ancora. Quanto non è dato saperlo.
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