E alla fine sono rimasti in tre. Ma non sono i tre briganti e tre somari della commedia di Garinei e Giovannini (ndr. Rinaldo in Campo). Sono tre persone autorevoli, stimabili, sopratutto rispetto a quello che offre il consesso politico generale sia in ambito nazionale che regionale. Sono il trio meraviglia del centro destra: Musumeci, Armao e Lagalla (leggi qui l’accordo raggiunto).
E’ accaduto quello che in pochi immaginavano potesse accadere proprio a destra: sono caduti i veti, si sono fatte da parte le gelosie, i pregiudizi. Tutti insieme per un obiettivo che loro, a destra, ritengono superiore: impedire che i 5 stelle possano andare al governo della Regione.
Non c’è Alfano, nella coalizione di Centro destra, e questo noi crediamo che sarà un vantaggio da conteggiare ad urne chiuse, ma ci sono tutti gli altri. Il sempiterno candidato presidente Nello Musumeci e l’indignato Gaetano Armao insieme al Prof. La Galla ed a tutto il centro destra che intende tornare a contare dopo anni di opposizione debole, confusa, spesso inconcludente in Sicilia ed in Italia.
Ha vinto Miccichè in questa fase, ha lavorato per l’unità e l’ha ottenuta. Vince anche Berlusconi che avendo affidato a Miccichè vittorioso la soluzione della questione siciliana ritrova la leadership del centro destra nazionale tracciando la strada sulle alleanze ed il modello di lavoro da adottare in vista delle elezioni politiche del 2018.
Da un lato quindi trovano la quadra, si uniscono e si compattano, mentre sembra ancora in alto mare la situazione per il centro sinistra con Alfano che prova fino all’ultimo secondo di far valere un centesimo in più la sua base elettorale siciliana.
La candidatura di Micari sembra debole anche a lui che comprende come il suo elettorato ( e quello di Firrarello, Castiglione, Misuraca, Vicari, etc) in Sicilia potrebbe meglio seguire un candidato che ha mostrato da sempre attaccamento alla maglia (La Via) piuttosto che l’accademico Micari che in pochi conoscono e che nulla fino ad oggi ha dimostrato di valere in politica così come poco ha dimostrato di saper fare, se non altro per ragioni di tempo, alla giuda del rettorato palermitano.
Ma per il centro sinistra il problema non è soltanto vincere le elezioni e trovare un candidato utile per farlo. Il problema principale sembra invece quello di far dimenticare all’elettorato che in questi anni il governo Crocetta è stato sostenuto dal PD tutto, da Alfano e da D’Alia e compagnia bella.
Devono rifarsi una verginità e cercano il capro espiatorio per farlo. Sono convinti di poter vincere anche con MIcari (questo dichiarano ai quattro venti), di raggiungere un 40% con liste forti ed autorevoli. Può darsi. Ma dovrebbero seriamente fare i conti con Crocetta che ha governato, male, ma ha gestito clientele, potere, sottogoverno con tutte le prerogative di un presidente della regione e che vale, per questo, un risultato elettorale comunque a doppia cifra.
O forse no, magari non ne vale la pena. Magari l’obiettivo è superiore anche a sinistra. La cosa importante è che non vincano i 5 stelle anche per loro. E cosa importa se il prossimo presidente non possa essere di centro sinistra? Perchè magari la strada anche alle politiche potrebbe essere questa, per salvare la patria, tutti da destra a sinistra contro i 5 stelle di Grillo e compagnia bella.
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