Vedo, prevedo e stravedo. Io so cosa farà domenica sera la maggioranza degli italiani. Il virus ha colpito anche me. Quindi, resteremo incollati alla tv, passeremo insonni la notte per conoscere il risultato delle elezioni regionali in Emilia Romagna. Modello Fantozzi, con frittata di patate e cipolle, Peroni familiare e rutto libero, manco fosse la finale dei Mondiali di calcio.
Si tratta di un gigantesco caso di manipolazione politica e mediatica. Perché mai le elezioni in una regione dovrebbero condizionare il futuro del nostro Paese? Chiedetevi perché questa tornata elettorale sia stata trasformata in una sorta di improbabile plebiscito tra chi vuole staccare la spina al governo nazionale e chi punta a spingere il governo sempre più rosso e sempre meno giallo stellato in una proiezione praticamente tendente all’infinito.
Vista da un terrone come me, si è trattato di una campagna elettorale tra le più volgari – in senso politico – che si possano ricordare. L’irruzione ittica delle “sardine” con l’assoluzione autoreferenziale del Caso Bibbiano è uno degli esempi lampanti. Anche i leader del centrodestra spiccano per gaffe e atteggiamenti strambi o perlomeno irrituali.
Per conquistare un titolo sui giornali e sui telegiornali si è pronti a fare e a dire di tutto. Penso all’uso scellerato del citofono e alla gogna mediatica contro un cittadino di origine tunisina, penso all’incompetenza diffusa rispetto ai temi reali che avrebbero dovuto tenere banco nell’interesse dei cittadini che vivono in Emilia Romagna.
E siccome gli elettori non sono stupidi, ho la netta sensazione di potere anticipare – senza violare le leggi elettorali – chi vincerà il contest in Emilia Romagna, con una maggioranza schiacciante di gran lunga superiore al 50 per cento degli aventi diritto al voto: gli astenuti. Nel 2014, a quelle elezioni che sancirono la vittoria di Bonaccini, andò a votare soltanto il 37,7 per cento degli elettori. Il 62 per cento di astensione è la morte della democrazia. Nota a margine: neanche in Sicilia si vota tantissimo, ma almeno sfioriamo il 50 per cento…
Da meridionale, poi, sono veramente preoccupato per un dato politicamente sconcertante. Domenica si vota anche in Calabria, terra a noi vicina, con cui condividiamo drammi, speranze e criticità. Eppure il mainstream nazionale ha deciso di marginalizzare quella sfida politica, affidando le sorti della politica nazionale a quel che succederà in Emilia Romagna.
Ho la netta sensazione che in pieno stile ancien regime, all’alba di lunedì tutti avranno vinto o “tenuto”, eufemismo tipico per celare la più sonora delle sconfitte. Un po’ mi dispiace, ma – soprattutto riguardo al caso Emilia Romagna – uno sconfitto certo c’è: ed è il Movimento Cinque stelle. Se vince Bonaccini, sarà la cristallina dimostrazione che il Pd può vincere anche senza i pentastellati. Se dovesse prevalere Bergonzoni, sarà semplice dare la colpa a chi ha scelto di correre in solitaria.