Scompare una figura storica della sinistra siciliana. E’ morta Simona Mafai, per molto tempo dirigente del Pci, senatrice, capogruppo al consiglio comunale, ma anche intellettuale impegnata e protagonista di battaglie civili nel movimento femminile. Aveva 91 anni.
Nei giorni scorsi aveva avuto un ictus mentre lavorava al pc. Era la seconda delle tre figlie di due artisti, il pittore Mario Mafai e la pittrice e scultrice Antonietta Raphaël. Con le sorelle Miriam, che è stata anche la prima presidente donna della Federazione nazionale della stampa, e Giulia era stata espulsa dalla scuola pubblica dopo le leggi razziali del 1938.
Da Genova, dove la famiglia si era trasferita, è ritornata a Roma dopo la caduta del fascismo, il 25 luglio 1943. Ancora giovanissima, è diventata una militante del Pci. Ha ricopiato i Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci prima di assumere incarichi nel partito.
Quindi l’incontro con un giovane dirigente del Pci siciliano, Pancrazio De Pasquale, che ha sposato nel 1952 e da cui ha avuto due figlie, e il trasferimento prima a Messina e poi a Palermo. In Sicilia è stata protagonista delle lotte per il divorzio e l’aborto. Nel 1976 è stata eletta al Senato, dove è rimasta fino al 1979. L’anno dopo è passata al consiglio comunale e, come capogruppo del Pci, ha promosso una campagna sui grandi appalti del Comune culminata con il rinvio a giudizio e la condanna di Vito Ciancimino.
Oltre a un’intensa attività politica, Simona Mafai è stata protagonista di numerose iniziative culturali tra cui la fondazione con la fotoreporter Letizia Battaglia della rivista di cultura “Mezzocielo”. Nell’ultimo numero c’è anche un suo articolo (“La battaglia delle parole”) in cui analizza l’uso di alcuni termini del linguaggio politico come “popolo”, “cambiamento” e “sovranità”. La camera ardente è stata allestita a villa Niscemi, la sede di rappresentanza del Comune.
La camera ardente dell’ex Senatrice e Consigliera comunale è stata allestita a Villa Niscemi. Sarà aperta al pubblico a partire dalle 15.30.
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