Inizia nel pomeriggio a sala d’Ercole la discussione vera sul disegno di legge sull’esercizio provvisorio del Bilancio regionale per i primi tre mesi del 2020. Dopo il via libera da parte della commissione Bilancio dell’Ars, presieduta da Riccardo Savona, che ha approvato martedì scorso il documento, la norma è stata incardinata alla fine della scorsa settimana.
Il testo del governo, originariamente, aveva previsto il ricorso all’esercizio provvisorio per due mesi, ma la commissione ha approvato un emendamento, presentato dall’opposizione, che lo prolunga di un altro mese per dare tempo al governo nazionale e a quello regionale di chiudere la trattativa in corso sull’applicazione delle norme dello Statuto e dunque ridefinire le risorse della Regione non solo in relazione al ripiano del disavanzo.
La commissione h apportato anche altre modifiche alla norma originale abrogando il contestato articolo 2 relativo al trasferimento a carico del Bilancio regionale del mutuo del sistema sanitario e rimandando la trattazione della norma alla Legge di Stabilità.
Importante, fra l’altro, l’approvazione di un fondo di compensazione da quasi 16 milioni di euro destinato a garantire gli stipendi di una serie di enti, associazioni, teatri che aspettavano parte delle retribuzioni del 2019 e a pagare le retribuzioni di Pip, Lsu, personale Resais, cantieri di servizi in favore dei Comuni destinatari del Reddito minimo di inserimento (Rmi) ed emolumenti aggiuntivi per i carabinieri.
Il disegno di legge garantisce, tra gli altri, i fondi per tutto il 2020 per i teatri siciliani ovvero il Massimo e il Biondo di Palermo, l’Orchestra Sinfonica siciliana, il Vittorio Emanuele di Messina, il Bellini e lo Stabile di Catania e Istituto nazionale del dramma antico e infine i Consorzi di Bonifica, l’Esa e i forestali.
la maggioranza spera di non trovare ostacoli lungo il percorso di questa norma tecnica e poter giungere ad approvazione oggi stesso ma se non fosse possibile di approvarla entro la settimana per poter arrivare alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale al massimo per il 31 gennaio e dunque non incorrere in ritardi troppo onerosi nello sblocco della spesa
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