“Nel ‘Giorno del Ricordo’ desidero rivolgere un commosso pensiero alle migliaia di Italiani (tra cui oltre duecento Siciliani) che nel biennio 1943-45 rimasero vittime dell’odio comunista nell’Italia del Nord-Est”.
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
“Dopo le iniziative con cui abbiamo rievocato la tragedia della Shoah – continua il governatore – ho voluto che la nostra comunità regionale e le sue istituzioni culturali celebrassero questa ‘Giornata’, opportunamente istituita dal Parlamento della Repubblica. Si tratta di una serie di eventi attraverso i quali la cultura e l’arte si mettono al servizio della verità e della memoria storica con una visuale indipendente che non è divisiva ma, al contrario, unificante e ispirata al valore comune della coesione nazionale”.
La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Diverse le iniziative organizzate dalla Regione siciliana in occasione del Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe.
Sono in programma la mostra “Foibe” dell’artista triestina Sharon Ritossa, curata da Helga Marsala al Museo Salinas di Palermo e la presentazione del libro di Fabio Lo Bono “63” al Villino Florio di Palermo a cura del Centro regionale inventario e catalogazione. Si aggiungono a questi eventi le esposizioni di libri e documenti organizzate dalle Biblioteche regionali di Palermo, Messina e Catania
FOIBE
di Sharon Ritossa
a cura di Helga Marsala
Un evento pensato per le celebrazioni del 10 febbraio, “Giorno del Ricordo” dedicato alle vittime delle Foibe e al massacro che si consumò in due ondate storiche (autunno del 1943 e primavera del 1945) nelle ex Province italiane in terra jugoslava: territori storicamente contesi, etnicamente misti, teatri di violenze, negazioni identitarie, tensioni e processi di repressione.
Dopo aver partecipato, con un’esposizione di documenti antichi, al programma di eventi sulla Shoah e la cultura ebraica, in occasione del 25 gennaio, ‘Giorno della Memoria’, il Museo Salinas, diretto da Caterina Greco, continua questo viaggio tra gli anni feroci di metà secolo scorso: stavolta con un progetto espositivo di Sharon Ritossa, in una chiave tutta contemporanea. Le due mostre si connettono dunque nel segno della memoria e della custodia del sapere, contigue negli spazi oltre che negli spunti di partenza.
Tra le sale del primo piano trova posto, con un inedito allestimento studiato ad hoc e una nuova produzione video, l’articolata ricerca dell’artista sulle Foibe, vicenda a lungo dimenticata, spesso negata o ideologizzata, non sufficientemente capita e restituita a una corretta dimensione storica e culturale. Il numero delle vittime – diverse migliaia – è tutt’ora incerto e difficilmente calcolabile, tra dispersi, cadaveri senza nome, resti rinvenuti e corpi perduti nell’oblio della storia.
Triestina di origini istriane, classe 1987, laureata in Lettere e filosofia alla Sapienza di Roma, Sharon Ritossa si è specializzata poi in Fotografia all’Isia di Urbino con una tesi sull’esodo giuliano-dalmata, ricerca compiuta in collaborazione con l’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata. Da qui nasce il ciclo “Foibe”, racchiuso nel 2016 in un prezioso libro d’artista prodotto durante una residenza a Fabrica, il centro di ricerca per la comunicazione di Benetton group. I testi sono scritti in più lingue, in riferimento alla natura multietnica di quei territori e dello stesso sterminio consumatosi contro le popolazioni: oltre che inglese, italiano, croato, sloveno, tedesco.
«Le foibe – spiega la curatrice della mostra Helga Marsala – non sono spunto di una contesa ideologica, né argomento di una narrazione retorica, facilmente emotiva, tra cronaca e romanzo. È piuttosto il gesto di una studiosa, condotto tra fotografia concettuale, ricerche d’archivio e riflessioni di natura estetica intorno allo sguardo, ai processi della visione, alla tensione tra visibile e invisibile, alla percezione del vuoto. Sempre indagando la natura del paesaggio e il ruolo del territorio nelle dinamiche socio-culturali».
Sharon Ritossa sceglie di affrontare il tema dal punto di vista del paesaggio e dell’esplorazione geologica, indagando – attraverso l’obiettivo fotografico e con l’ausilio di un drone, secondo varie angolazioni prospettiche – 18 delle 33 foibe oggi documentate. Un approccio in qualche modo freddo, rivolto alla natura dell’aspro territorio carsico, che fu testimone muto di una strategia dell’orrore messa in atto dal regime comunista nei confronti degli oppositori: moltissimi italiani, fascisti e anche antifascisti ostili a Tito, e poi croati, sloveni, tedeschi. Gettati, vivi o morti, nelle fosse scavate per millenni dai corsi d’acqua sotterranei.
La struttura del libro, concepito come una griglia di 18 pattern quadrati, corrispondenti al nucleo di foibe studiate, è il cuore dell’esposizione, spazializzato e proiettato nell’ambiente per mezzo di testi, elaborazioni grafiche, lightbox, stampe fotografiche o serigrafiche su diversi materiali, fino a un breve video ipnotico realizzato per l’occasione, nuovo tassello di un iter aperto e complesso.
L’inaugurazione della mostra si terrà lunedì 10 febbraio 2020 alle ore 17 preceduta da un talk dal titolo “Foibe, l’eccidio invisibile. Indagini tra paesaggio e potere”. Introduce Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico Salinas; intervengono: Sergio Alessandro, dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Helga Marsala, curatrice della mostra, Sharon Ritossa, artista e Ignazio Buttitta, docente universitario e antropologo.
63
di Fabio Lo Bono
Mercoledì 12 febbraio, al Villino Florio di Palermo, Fabio Lo Bono presenterà il suo nuovo libro “63”, un evento curato dal Centro regionale per l’inventario e la catalogazione.
Il libro racconta il diario di Giuseppe Godena, pubblicato dopo essere stato gelosamente custodito per 77 anni, dalla figlia. Pagine dense di emozioni, di un direttore didattico di Rovigno d’Istria, in servizio a Oltre in Dalmazia. Una testimonianza storica straordinaria, commovente, che racconta le tragiche conseguenze subite da Giuseppe e dalla sua famiglia dopo l’8 settembre 1943. I sessantatré giorni più bui della sua esistenza da quando, all’indomani dell’8 settembre 1943, perse i contatti con la sua famiglia. A seguire verranno proiettati due documentari sulle Foibe “1943-1945. La Guerra in Italia. Trieste terra di nessuno” e “Volti di un esodo”, nonché una rassegna di immagini d’epoca. All’incontro interverranno testimoni discendenti dei profughi istriani. L’incontro sarà introdotto dal saluto del commissario del Cricd Giuseppe Giammalva e da una presentazione della direttrice del Centro, Selima Giuliano. Interverrà l’autore Fabio Lo Bono.
Rassegna di libri e documenti presso le biblioteche regionali
Le tre biblioteche della Regione Siciliana, nella giornata di lunedì 10 febbraio, offriranno in consultazione al pubblico libri, manoscritti e documenti d’epoca che raccontano la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe. Una selezione di testi conservati nelle tre sedi verranno esposti assieme a manoscritti e ritagli di giornali di quel periodo.
E’ in corso inoltre un presidio al liceo classico Garibaldi di Palermo.
“Rendiamo onore oggi, con questo presidio al Liceo Classico Garibaldi, a tutti quegli italiani di Istria fiume e Dalmazia, massacrati e gettati all’interno delle cavità carsiche, oppure costretti all’esilio, per via della terribile pulizia etnica voluta dal criminale Tito, che servendosi dei suoi boia, e con la complicità dei partigiani italiani, ha scritto una pagina tra le più drammatiche della storia d’Italia”, si legge nella nota stampa di Lotta Studentesca, il movimento giovanile di Forza Nuova.
“Per l’onore d’Italia e degli italiani morti a causa del loro sangue, conduciamo la nostra lotta.
Ed a tutti quei patrioti che hanno amato profondamente la loro Patria, e per questo sono stati trucidati, giunga, oggi, il nostro gridò di battaglia!”
Ma iniziative si terranno non solo a Palermo.
“Occorre rinnovare la memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe facendo conoscere una pagina buia della storia”.
Lo affermano il sindaco Nicola Rizzo e l’assessore alla Pubblica Istruzione Enza Ligotti del Comune di Castellammare del Golfo che proseguono: “Per far conoscere cosa accadde, le scuole, in particolare l’istituto comprensivo G. Pitrè- A. Manzoni diretto da Grazia Sabella, in collaborazione con l’istituto superiore P.Mattarella-D.Dolci, guidato da Anna Bica, hanno previsto un momento di testimonianza con la signora Adriana Valente, di Trieste, che ha vissuto gli orrori della guerra. Si tratta di un’importante iniziativa per diffondere la conoscenza dei tragici eventi tra i giovani delle scuole”.
L’incontro per il “Giorno del ricordo” delle vittime delle foibe, denominato “nonna Adriana racconta la sua Trieste in guerra” si terrà venerdì 14 febbraio 2020, alle ore 11,30, nell’aula magna dell’istituto superiore Mattarella-Dolci.
“Il 10 febbraio è stato scelto, a partire dal 2005, dal Parlamento italiano come “il Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, a seguito della sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale. Le foibe sono grotte carsiche, con un ingresso a strapiombo, dove i partigiani comunisti titini gettarono, tra il 1943 e il 1945, più di 3000 italiani. Il totale complessivo delle vittime “infoibate” è di 80.000, per lo più croati e sloveni, considerati nemici del progetto perseguito da Tito di una federazione comunista jugoslava sotto la leadership di gruppi dirigenti di origine serba”.