“Notizie di stampa, che continuano ad accreditare un’ipotesi di mia candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana, mi costringono a ribadire, una volta ancora, la mia indisponibilità in tal senso, per altro, immediatamente manifestata sia a coloro i quali mi hanno prospettato questa lusinghiera opportunità sia ai giornalisti che mi hanno contattata”.
Lo afferma Barbara Cittadini, presidente di Aiop-Sicilia. “Ho ringraziato e ringrazio per avermi proposto uno degli incarichi istituzionali più prestigiosi per storia e importanza, ma ritengo che si possa servire la propria terra, anche, continuando a svolgere il proprio lavoro, continuando a dedicare le proprie energie e il proprio tempo, con passione e tenacia, in attività che contribuiscono a migliorare la qualità di vita dei siciliani – aggiunge Barbara Cittadini -. Ho scelto di tornare in Sicilia e di rimanervi non solo per raccogliere un testimone aziendale nei confronti del quale ho grande responsabilità e dedizione ma, anche, perché amo la mia terra. Il mio impegno nel settore sanitario si è arricchito di un’entusiasmante e avvincente esperienza nel mondo dell’associazionismo sia a livello regionale che nazionale. Ruoli che hanno rafforzato in me il convincimento dell’importanza dell’essere a servizio di un progetto che investe un diritto costituzionale. Sono, quindi, fermamente intenzionata a proseguire questo percorso”.
Fin qui la nota precisa e chiara con la quale Barbara Cittadini mette fine a qualsiasi diceria, indiscrezione e stoppa chiunque voglia ancora tirarla per la giacca. Ma chiusa questa imporbabile eventualità resta in campo, come già successo a sinistra, il tema del chi.
Insomma perchè mai una imprenditrice sanitaria avrebbe dovuto scommettere la propria credibilità in una corsa alla Presidenza della Regione che l’avrebbe allontanata dalle sua azienda, collocata irrimediabilmente da una parte politica (mentre ancora Ncd, la formazione dove milita suo marito non è ben chiaro da quale parte si schiererà dopo avrere attraversato già una voltas gli schieramenti).
Di fatto, a prescindere dalle scelte di Barbara Cittadini, dal nome di Caterina Chinnici fatto dalla parte opposta (probabilmente nominata senza neanche informarla), dalla proposta avanzata a Pietro Grasso sulla quale si insiste pedissequamente nonostante il suo chiaro no consegnato, peraltro (quasi a dare un messaggio) a Leoluca Orlando e non a chi gli aveva avanzato la proposta, resta in piedi sempre e solo una considerazione. gli schieramenti sono privi di candidati credibili.
Non c’è un nome a destra, non c’è un nome a sinistra e il balletto delle proposte avanzate a questo a quello non fa che continuare a bloccare tutto e tutti.
Fra due settimana (anche meno) sarà agosto e poco dopo saranno ferie per tutti o quasi. Al rientro, a settembre, ci aranno si e no quindici o venti giorni per chiudere la partita delle candidature ma la luce in fondo al tunnel non sembra scorgersi
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