L’avvio della procedura per l’affidamento di finanza di progetto di due termovalorizzatori da realizzare in Sicilia fa esplodere la tensione nell’isola
“Dal cilindro del governatore Musumeci ecco non uno ma ben due termoutilizzatori. Non comprendiamo la ragione per cui al quarto anno di legislatura arrivi questa decisione e da cosa sia stata determinata. Desta per altro forti perplessità l’avvio dell’iter dell’avviso pubblico, anche nel merito perché non sono state coinvolte le SRR che, ai sensi della legge 9, devono esprimere formale parere sia sulla localizzazione sia sulla natura dell’impianto” attacca il segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia, Anthony Barbagallo.
“In quattro anni il sistema dei rifiuti è praticamente collassato – prosegue Barbagallo – salvo alcune eccellenze che però sarebbero destinate a scomparire secondo il Governo Musumeci. Per il resto il Governo ha proposto una legge sui rifiuti che non riordina un bel nulla e non è stato in grado di concepire un Piano rifiuti degno di questo nome. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: è solo una scatola vuota, distante da tutto l’impianto normativo nazionale ed europeo degli ultimi 10 anni, che cambia le autorità di gestione con una trasformazione lunga, tortuosa e ricca di impedimenti che alimenteranno contenziosi e, certamente, nuocerà alla normale gestione del servizio”.
“E ora, come se non bastasse, di punto in bianco, l’ennesimo annuncio spot – afferma – con l’avviso per creare due termovalorizzatori che, ammesso che vedano mai la luce visti i tempi biblici per la realizzazione, non saranno altro che due maxi centrali di spesa che graveranno – conclude – sulle casse regionali: un progetto insostenibile e irrealizzabile”.
“Sono felice di apprendere che finalmente dopo quattro anni di battaglie, il governo regionale si sia determinato a definire il percorso che porterà alla realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia – a dirlo è Vincenzo Figuccia deputato della Lega all’Ars e coordinatore provinciale del partito a Palermo. Sono passati quasi quattro anni da quando fui costretto a dimettermi e mi fu persino detto di ‘lavorare e tacere’. Erano i giorni nei quali chiedevo a gran voce che anche in Sicilia potessero realizzarsi gli impianti così come accade ancora oggi a Manhattan, Brescia o New York. Il mio forte gesto delle dimissioni adesso trova una sua restituzione. Da anni dico che bisogna realizzare i termovalorizzatori in Sicilia, rompendo con il sistema atavico delle discariche che stanno avvelenando noi, la nostra terra, la nostra aria e la nostra acqua e sono felice – conclude – che tutti, finalmente, se ne siano resi conto”.
“L’avvio della procedura per la realizzazione di due termoutilizzatori in Sicilia è la notizia che tutta la Lega Sicilia aspettava. Ringrazio il presidente della Regione, Nello Musumeci, – dice il segretario regionale della Lega Nino Minardo – che ha premuto sull’acceleratore concretizzando una scelta politica che finalmente consentirà alla nostra Isola di uscire dalle decennali e croniche criticità nello smaltimento della spazzatura, criticità che tanti danni hanno fatto all’ambiente e all’immagine della nostra terra. Con i termovalorizzatori diciamo basta all’emergenza rifiuti conciliando tecnologia e rispetto per l’ambiente e diamo seguito a ciò che ha sempre sostenuto il nostro leader, Matteo Salvini. I due impianti di ultimissima generazione saranno situati uno in Sicilia occidentale e l’altro in Sicilia orientale, la gestione sarà affidata ai privati ma ovviamente con il controllo pubblico e la schiavitù delle discariche ce la lasceremo alle spalle.
Con il bando pubblicato per la realizzazione di due inceneritori, il governo Musumeci getta la maschera e pubblicamente ammette di essere incapace e miope. Questa decisione, che sancisce il suo fallimento nella gestione dei rifiuti, fa piombare la Sicilia nel medioevo. Musumeci decide di non decidere: niente nuovi impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti, niente chiusura delle discariche, niente potenziamento della differenziata. In un’Europa che decide di uscire dall’incenerimento, la Sicilia imbocca la strada opposta, che, lo ribadiamo da anni, non servirà a niente.
L’obiettivo “discarica zero” grazie agli inceneritori non è credibile, fermerebbe la raccolta differenziata, rallenterebbe la raccolta domiciliare dei comuni già in difficoltà per la mancanza di impianti a cui conferire la differenziata e si produrrebbe comunque dal 22 al 27% di scorie speciali da smaltire in qualche nuova discarica. La costruzione e la loro messa in funzione richiederebbero almeno 7 anni; sarebbe molto più onerosa di altre soluzioni e non si ripagherebbe prima di 20 anni.
Lanciamo una mobilitazione che non riguarda solo gli ambientalisti, ma tutti i siciliani che non vogliono vedere bruciato il loro futuro insieme ai rifiuti.