Due carabinieri sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia che erano intervenuti per sedare una lite tra due conviventi in via Paolo Amato alla Zisa a Palermo. I militari del radiomobile sono stati inviati per cercare di riportare la calma tra un uomo e una donna. Quando sono arrivati i carabinieri l’uomo non era in casa. Ma è tornato poco dopo e gli si è scagliato contro. Sono arrivati i rinforzi e non senza fatica sono riusciti a bloccarlo e a farlo salire in auto. Era in evidente stato di ebrezza. I due feriti sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale Ingrassia. Hanno rimediato contusioni e una frattura.

Le denunce a Catania

Solo l’intervento della Polizia di Stato ha impedito che una lite tra condomini si trasformasse in un evento più grave. I due vicini di casa, un uomo e una donna di trent’anni, sono stati denunciati per minacce aggravate.

Nel fine settimana, durante i servizi pomeridiani di controllo del territorio, gli agenti della Squadra Volanti della Questura sono intervenuti, nel quartiere San Berillo Nuovo, a seguito della segnalazione di una lite tra condomini, scaturita per la sosta delle auto all’interno del parcheggio condominiale.

La lite

In particolare, al culmine della lite, la donna ha preso in mano un coltello da macellaio, dalla lama di lunghezza pari a 33 cm, rivolgendolo contro il vicino, il quale, a sua volta, impugnando un manganello telescopico di metallo, sbatteva quest’ultimo contro il cancello condominiale per farla desistere da un eventuale tentativo di aggressione.

L’intervento dei poliziotti è stato fondamentale per evitare che la lite potesse degenerare, tanto che i due, alla vista della pattuglia, hanno nascosto immediatamente le armi.

Dopo un attento controllo sul luogo dell’evento, gli agenti hanno rinvenuto il coltello tra le sterpaglie all’interno del parcheggio e il manganello in un angolo del cortile interno. Le armi sono state sequestrate e i due condomini denunciati per minacce aggravate.

Due arresti per lite a Catania

Il giudice ha definito l’aggressione come un “gesto organizzato, studiato e infine eseguito sulla scorta di un moto di rabbia, ma sulla base di una sostanziale pianificazione”. Le due indagate, Agata Vitanza e Rosa Alessandra Gennamari, entrambe di 42 anni, sono accusate di tentato omicidio e lesioni personali aggravate da futili motivi. La premeditazione sarebbe evidente nell’acquisto della benzina in un distributore di piazza Bovio e di un accendino in un tabacchino, documentati dalle telecamere di videosorveglianza. Le due donne, dopo aver fatto un giro di ricognizione, si sono accorte della presenza di un gruppo di persone sul luogo dell’aggressione, circostanza che non le ha fermate.

La ricostruzione dell’aggressione

L’aggressione è avvenuta in via Luigi Capuana ai danni di Giusi, una donna di 26 anni. Le due indagate hanno cosparso la vittima di liquido infiammabile e le hanno dato fuoco. Solo il pronto intervento di alcune persone presenti, che hanno soccorso Giusi e l’hanno trasportata in ospedale, ha evitato il peggio. Il giudice per le indagini preliminari ha sottolineato come l’azione fosse chiaramente finalizzata a causare la morte della vittima.

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