Sgominato un traffico di droga che partiva dall’estero e aveva come base Palermo, e dietro le quinte a gestire tutto il clan di Brancaccio.
L’asse che si era formato
Un asse tra Marocco, Spagna e Italia era stato creato per rifornire Palermo di grosse quantitativi di hashish. Un traffico internazionale che sarebbe stato gestito da un algerino arrivato all’aeroporto di Palermo vestito come un manager. Lounis Youcef, 53enne, era arrivato al Falcone e Borsellino. Non sapeva di essere seguito dai poliziotti della sezione narcotici della squadra mobile. Era arrivato nel capoluogo siciliano per proporre l’acquisto di tre tonnellate di hashish ad alcuni trafficanti vicini al clan di Brancaccio. L’indagine è stata coordinata dalla procura diretta da Maurizio de Lucia. Gli agenti di polizia l’hanno pedinato per giorni.
I complici
Con Lounis Youcef sono finiti in manette anche Rosario Tinnirello e Antonino La Vardera. Secondo quanto accertato dalle intercettazioni il grosso carico di droga sarebbe stato abbandonato in mare e poi recuperato successivamente dai componenti dell’organizzazione. Si spiegano così anche i tanti ritrovamenti di hashish in questi anni nelle coste siciliana, nel trapanese e nell’agrigentino. Per quella droga sarebbe stato pagato un anticipo di due milioni di euro. L’algerino era arrivato a Palermo per definire l’accordo. Cinque indagati sono stati arrestati a Palermo mentre il trafficante nord africano è stato bloccato a Caserta. Aveva addosso una pistola semi automatica beretta calibro 7.65.
Una vita di lusso
Nel corso delle indagini è emerso che il trafficante algerino ha sempre mantenuto un tenore di vita molto elevato nei suoi spostamenti in Sicilia ed in Campania ed era solito spostarsi tra la Spagna ed il capoluogo campano. A seguito di accertamenti patrimoniali sul nucleo familiare di un indagato e di una constatata sproporzione tra redditi dichiarati ed acquisti, si eseguiva il decreto di sequestro preventivo disposto dal Gip di 2 appartamenti.
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