C’è anche il nome di Roberto Lagalla, il sindaco di Palermo, tra gli 800 nominativi di personaggi politici o comunque in vista “spiati” abusivamente nel caso dossieraggio di Perugia. Lagalla, secondo la ricostruzione dei principali quotidiani nazionali, sarebbe stato controllato in “quota” Udc, insieme, tra gli altri, a Lorenzo Cesa e all’ex sottosegretario Vietti.
Su questa vicenda indaga la Procura di Perugia che ha messo sotto indagine 16 persone. I due principali accusati sono un tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, e il magistrato Antonio Laudati: entrambi sono stati in servizio per anni alla direzione nazionale antimafia, che controlla e coordina l’attività dei procuratori e della polizia giudiziaria che si occupano di criminalità organizzata sul territorio nazionale. Secondo l’accusa, Striano e Laudati avrebbero sfruttato le banche dati della direzione nazionale antimafia per ottenere notizie riservate e informazioni su centinaia di persone, soprattutto politici. Tutti gli indagati sono accusati di avere avuto accesso a informazioni riservate di politici e personaggi noti.
L’inchiesta risale all’agosto dell’anno. Adesso sono emersi nuovi dettagli, in particolare una lunga lista di politici e personaggi “spiati” e il coinvolgimento di tre giornalisti del quotidiano Domani a cui Striano passava le informazioni. L’inchiesta fu aperta inizialmente dalla procura di Roma a cui Guido Crosetto, ministro della Difesa, aveva presentato un esposto. Crosetto si era rivolto alla procura dopo la pubblicazione di un articolo del quotidiano Domani che aveva rivelato i compensi ricevuti per alcune sue consulenze fatte ad aziende partecipate pubbliche legate all’industria delle armi, come Leonardo.
Striano e Laudati sono accusati di falso, accesso abusivo a sistema informatico e abuso d’ufficio. Il quadro, però, non è chiaro. Finora, infatti, la procura di Perugia non ha spiegato quali siano le motivazioni che hanno spinto Striano a fare oltre 800 accessi al sistema informatico: e la comparsa del termine sui giornali sembra legata solo a una sua più generica accezione usata dalla procura di Perugia (una raccolta di informazioni per preparare delle inchieste). Dai primi accertamenti non sembra sia una questione di soldi, perché nessuno degli indagati è accusato di corruzione.
Striano si occupava delle cosiddette SOS, le segnalazioni di operazione sospetta: sono le segnalazioni che le banche sono tenute a fare alla Banca d’Italia quando notano movimenti sospetti sui conti correnti. Ogni anno vengono inviate oltre 100mila segnalazioni sospette che vengono valutate dalla direzione nazionale antimafia e girate alle procure del territorio. Oltre ai dati delle SOS, sia Striano che Laudati potevano entrare in molte altre banche dati: Serpico, dell’Agenzia delle Entrate, che serve a controllare i redditi; SIVA, il Sistema Informativo Valutario, che serve a controllare operazioni finanziarie anomale, Infocamere con i dati del registro delle imprese oltre ovviamente alla banca dati Sidda/Sidna, utilizzata dalla direzione nazionale antimafia per controllare le indagini preliminari e i procedimenti in corso o chiusi dalle procure.
Secondo le ricostruzioni fornite da diversi giornali, Striano avrebbe cercato informazioni su molti membri del governo. Nei giorni in cui Giorgia Meloni annunciò i ministri, a ottobre del 2022, Striano cercò dati sul ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, sulla ministra del Lavoro Marina Calderone e su Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione. Nel settembre del 2021 aveva già cercato informazioni su Francesco Lollobrigida, che poi diventerà ministro dell’Agricoltura, su Adolfo Urso, ora ministro delle Imprese e del Made in Italy, e sull’allora presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Tra gli altri, nell’elenco delle persone controllate da Striano ci sono anche sottosegretari e funzionari dei ministeri.
Oltre ai politici, Striano avrebbe avuto accesso a informazioni riservate di sportivi come l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, il calciatore Cristiano Ronaldo e l’imprenditore ed ex presidente della Juventus Andrea Agnelli. Nella lista ci sono anche alcuni personaggi dello spettacolo tra cui il cantante Fedez. Le ricerche sarebbero state fatte successivamente a eventi o polemiche in cui erano coinvolte le persone cercate, utilizzando il sistema informatico della direzione nazionale antimafia come una sorta di motore di ricerca decisamente più potente di quelli ordinari.
Le informazioni raccolte venivano poi inviate ad altre persone tra cui un investigatore privato, un amministratore di condominio, un ex ufficiale della Guardia di Finanza che ora lavorerebbe per la sicurezza di un’azienda privata e appunto tre giornalisti del quotidiano Domani. Al momento, però, non è chiaro se Striano abbia inviato le informazioni di sua spontanea volontà o su esplicita richiesta.