Dall’isolamento del lockdown ai 42 chilometri e 195 metri della maratona di Berlino. Dalla paura per il Covid19 alla libertà di partecipare ad una gara sportiva, anzi, la gara sportiva: una maratona. Una famiglia palermitana fa parlare di sé. Fabio Mattaliano, Rosalia Saita ed il figlio Gabriele hanno preso parte, infatti, alla classica competizione tedesca che si è disputata lo scorso 26 settembre concludendola anche con un tempo di tutto rispetto per degli amatori, ossia in 4 ore e 56 minuti.
“Abbiamo fatto – Fabio Mattaliano – quattro ore e 56 minuti di corsa continuativa. Restare sotto le 5 ore per noi, non professionisti, è un risultato importante. E poi arrivare tutti insieme è stata un’emozione indescrivibile che, penso, non riuscirò mai a esprimere a pieno”.
Si commuove Mattaliano: “Essere stato coinvolto dalla propria moglie, riuscire a coinvolgere il proprio figlio, essere motivato anche dalla sua presenza, e alla fine per una coincidenza di eventi ritrovarci insieme dal 30esimo chilometro ed essere tutti e tre un’entità unica che corre verso il traguardo ha un valore immenso che auguro a tutti i genitori di provare”.
Partecipare ad una maratona, da sempre una delle prove simbolo dello sport e metafora di vita, richiede una preparazione di tutto rispetto ed un minimo di pianificazione. Anche solo per partecipare e concludere i canonici 42 chilometri e 195 metri.
Ci sono voluti oltre un anno di preparazione, costanza, determinazione. Sudore, stanchezza e crampi hanno sicuramente accompagnato i preparativi per la maratona in una lotta anche contro i propri limiti, vero e proprio significato della maratona e di ogni competizione sportiva.
Fabio Mattaliamo, insegnante commercialista, ha 52 anni e sta frequentando il Micap, master internazionale in coaching ad alte prestazioni. Ha iniziato a correre due anni fa.
“Ho iniziato – dice – poco prima del lockdown, mi ha convinto mia moglie che corre da circa 12 anni. Io all’inizio ero diffidente. C’è stato un periodo, durante la chiusura totale, in cui io e mia moglie salivamo e scendevamo le scale del palazzo anche per dieci volte, per tenerci in allenamento”.
La moglie Rosy ha 47 anni e il figlio Gabriele ne ha 19 anni. “Quella di Gabriele – afferma ancora il padre orgoglioso – è stata un’impresa importante perché solitamente a questa giovane età i ragazzi non sono disposti a impegnarsi in modo continuativo per tanto tempo”.
Correre per partecipare ad una maratona richiede infatti non solo uno sforzo fisico ma anche mentale: bisogna avere la forza di non mollare, di continuare. “Serve costanza, determinazione ed essere focalizzati verso l’obiettivo. Se ti fermi – continua Mattaliano – devi ricominciare da zero. Infatti anche d’estate, con 35 gradi, ci siamo allenati”.
La famiglia Mattaliano, così, si è ritrovata correndo e passo dopo passo, chilometro dopo chilometro, ha superato i propri limiti.
“Ci siamo allenati percorrendo i percorsi più noti ai podisti palermitani. Io e mia moglie correvamo dalla Fiera del Mediterraneo a Mondello, due tre volte a settimana. Negli ultimi mesi prima della gara tutti e tre insieme. Abbiamo anche fatto anche il doppio giro dell’Addaura, ben 32 chilometri”.
Si pensa, però, già al futuro. E dopo l’impresa di Berlino si pensa a quella successiva. Per farlo la famiglia Mattaliano deve mantenersi in allenamento per partecipare alla maratona di Palermo in programma il 21 novembre.
“Anche stamattina mi sono allenato, ho fatto sei chilometri. Correre al risveglio ti rende attivo e operativo. Lo consiglio a tutti”.