A 29 anni dall’uccisione di padre Pino Puglisi, al Centro Padre Nostro di Brancaccio, sembra ancora essere presente il suo sorriso. Da quel 15 settembre del 1993 ne è passata di acqua sotto i ponti e la mafia continua a imperversare a Palermo ma le parole del sacerdote non vengono dimenticate, e, anzi, sono ancora sorgente di speranza perchè “se ognuno fa qualcosa”, si può fare molto.
La celebrazione in Cattedrale
Oggi Palermo ricorda ancora la barbara uccisione del prete del sorriso, diventato beato. Oggi, nella Cattedrale del capoluogo, alle ore 18, la celebrazione presieduta dall’arcivescovo Corrado Lorefice e tante altre manifestazioni sono state organizzate nel ricordo del sacerdote che lottava per il riscatto del quartiere Brancaccio. L’arcidiocesi apre l’anno pastorale dedicato al sacerdote ucciso 29 anni fa dalla mafia per prepararsi al XXX anniversario della morte.
Padre Pino Puglisi, chi era
Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello di Don Puglisi. La causa di beatificazione venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato. Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.
Il centro Padre Nostro che rischia di chiudere
Le parole di don Pino Puglisi, a 29 anni dalla morte, sono ancora custodite dal Centro di Accoglienza Padre Nostro, l’associazione da lui fondata per il recupero dei minori e degli adolescenti a rischio di emarginazione e di reclutamento da parte della criminalità organizzata e oggi una onlus impegnata a favore delle fasce più deboli. Il centro, vittima anche di atti vandalici continui, oggi rischia la chiusura a causa del caro-bollette. “Il caro bollette – dicono dal centro – ci ha messo in ginocchio. Non chiudiamo a settembre per rispetto a padre Pino Puglisi, ma siamo a rischio. A luglio dell’anno scorso pagavamo bollette di energia elettrica di 1.700 euro. Quest’anno, a luglio, abbiamo pagato 6.800 euro”.
A rischio 13 posti di lavoro
“Se entro la fine di settembre il Governo non troverà una soluzione al caro energia anche per gli enti del Terzo Settore e del mondo delle Onlus, lo stesso centro – dice Maurizio Artale – si troverà a dover chiudere le numerose sedi della città di Palermo, con la conseguenza del licenziamento di 13 dipendenti e con l’aggravio che il Centro non potrà più offrire i suoi servizi alle fasce sociali deboli. Il Centro di Accoglienza Padre Nostro assiste circa 600 famiglie per i loro bisogni primari oltre a offrire tanti altri servizi che citeremo “a puro titolo d’esempio”.
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