Si terranno domani a Mondello i funerali di Marco Sacchi l’operatore Rai morto ieri nell’ennesimo incidente mortale a Palermo. La celebrazione si svolgerà alle 11 nella Chiesa Maria Santissima Assunta in via Mater Dei a Mondello.
Tantissimo il dolore nella sede di viale Strasburgo per una morte assurda e terribile.
I concerti previsti all’Auditorium della Rai il 27 e 28 maggio sono stati sospesi e rinviati ad altra data.
Sono tantissimi i commenti degli amici e colleghi del giornalista morto prematuramente,
“Intendersi senza una parola e parlare di tutto, e questo dovremmo riprenderlo e sai quell’uomo ci racconterà com’è andata, e dove mi hai portato?, – scrive Davide Camarrone giornalista Rai e godiamoci il momento, e ridere di ogni cosa, e lunghe infinite conversazioni su come dovrebbe andare il mondo e sui nostri figli e sul futuro e su come si trasforma una vecchia auto in un portento, e che dici, dove si va stasera a mangiare?, e vuoi un altro bicchiere di raqi?, e domani, mi raccomando, presto in aeroporto, e sì che abbiamo fatto un buon lavoro, e che ne pensi di quest’uomo?, un eroe, e che posto straordinario è questo, e quando partiamo un’altra volta?, e abbiamo lavorato un sacco ma ci siamo divertiti, e la routine, e tutto quello che ancora avremmo fatto e di cui avremmo riso e che ora mi mancherà. E tu, Marco, mi mancherai moltissimo”.
“Marco Sacchi non era un mio collega. Era una persona speciale, mite, che aveva già avuto tanti dolori e che nonostante tutto affrontava la vita sempre col sorriso sulle labbra. Con lui ho trascorso notti insonni al porto di Lampedusa, ho realizzato reportage bellissimi per Mediterraneo e in una delle trasferte gli è toccato pure farmi da infermiere. ….qualche tempo fa regalò a me e a Martina Mele un dvd sulla trasferta in Grecia che fece con me e Leo Mele e sulla copertina scrisse “questo nessuno ce lo può togliere” – scrive Lidia Tilotta giornalista Rai – Ho condiviso con lui battaglie sindacali. …mi diceva sempre quello che pensava e io a lui. E poi parlavamo della pensione e delle tante cose che avrebbe voluto fare con l’amore della sua vita e con i suoi figli. Oggi in redazione siamo stati uniti come non mai per riuscire a mandare in onda il tg . Solo tu potevi riuscirci grande Marco che ti arrabbiavi se c’erano tensioni inutili !!! E ti raccomando quando incontri lassù Leo perdonatemi per avervi fatto mangiare fagioli sul Monte Athos alle quattro del mattino”.
“Marco, a febbraio aveva compiuto 61 anni e l’anno prossimo sarebbe dovuto andare in pensione, tra i colleghi era molto stimato come scrupoloso, attento e mite professionista. – dice l’ordine dei Giornalisti Sicilia in una nota – Entrato in Rai nel 1981 si è sempre dimostrato appassionato e generoso nel suo lavoro, disponibile con tutti, pronto a dispensare sorrisi e buon umore. Appassionato di speleologia e immersioni subacquee, nel corso degli anni ha realizzato numerosi servizi e documentari per la Rai. Per anni ha seguito con impegno e serietà gli eventi cruciali in Sicilia ed è stato tra i primi ad arrivare sul luogo della strage di Capaci. Proprio due giorni fa, in occasione del 24esimo anniversario, durante la lunga diretta Rai, intervistato da Rainews ha ricordato le enormi difficoltà affrontate quel giorno per riportare indietro la cassetta con le immagini.
Ecco Marco nel ricordo di un collega: “Ci siamo conosciuti più di 30 anni fa, durante le fasi di selezione per entrare in Rai. Quella volta Marco superò brillantemente le prove mentre io ho dovuto attendere altri sette anni prima di ritentare con successo. Ma in tutto quel tempo siamo rimasti in contatto, ci sentivamo spesso e dopo siamo diventati molto amici. Ricordo che da vero appassionato di speleologia, appena assunto mi ha iscritto a mia insaputa a un corso. E la prima uscita l’abbiamo fatta insieme, calandoci tra le grotte della Pietra Selvaggia, nella riserva di Monte Pellegrino. Ero molto spaventato non riuscivo a guardare in basso e tenevo gli occhi ben chiusi ma lui mi esortava ad aprirli dicendomi ‘devi guardare, questa è la parte più bella’. Era così Marco, spontaneo e generoso, come nel giorno della strage di Capaci. La strada era bloccata ed era impossibile avvicinarsi con le auto al punto dell’esplosione. Senza pensarci due volte volte, Marco ha fermato un ragazzo alla guida di una vespa e l’ha pagato per farsi portare fino al cratere provocato dall’ordigno. In qualche modo ci sono riusciti e le sue immagini, ora, appartengono alla memoria di tutti”.
L’Ordine dei giornalisti di Sicilia esprime sincero cordoglio per la morte di Marco e si unisce al dolore della famiglia nella grande tragedia che l’ha colpita.