Spariranno le bancarelle e i loro ambulanti dal cuore del centro storico di Palermo. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sta partorendo in queste ore un’ordinanza in cui andrà ad imporre il divieto assoluto di commercio itinerante in strade e marciapiedi. Fine di banchetti con lampadine, caricabatterie, ventagli, ombrelli e altra oggettistica simile. Il loro stazionamento sarà vietato non solo nelle strade principali ma anche in quelle limitrofe.
Il decoro urbano
Il primo cittadino ancora una volta parla di “decoro urbano”. Secondo il governo cittadino la presenza degli ambulanti deturperebbe l’immagine del centro storico palermitano. I divieti riguarderanno alcune strade principali tra cui le vie Stabile, Ruggero Settimo, dei Candelai e corso Vittorio Emanuele. Saranno ricomprese anche le stradine che confluiscono attorno, in tutto una cinquantina di arterie. .
In autunno i primi passi
Un provvedimento che in realtà non è altro che il proseguo di un’azione che era stata già avviata dall’amministrazione comunale nello scorso autunno. Già nel novembre scorso erano partiti i primi controlli a tappeto in via Maqueda da parte della polizia municipale e dei tecnici comunali. Si era iniziata con una verifica delle licenze dei venditori ambulanti e poi si è passati alle autorizzazioni del suolo pubblico dei locali. L’intera operazione era stata decisa da parte degli assessori comunali Maurizio Carta e Giuliano Forzinetti per cercare di riportare la legalità in tratto della zona pedonale, quella che va dal teatro Massimo ai Quattro Canti.
Anche i locali sotto la lente
Sotto la lente finirono una decina di ambulanti a cui venne contestata la presenza dei loro banchetti di vendita su via Maqueda. Molti di quelli che vendono oggetti per telefonini e materiale elettronico in base all’autorizzazione non possono stare su via Maqueda, ma nelle vie limitrofe. Se durante i controlli vengono trovati per quattro volte in via Maqueda scatta la revoca della licenza. Fu iniziato anche un controllo porta a porta per i locali. Anche qui metro alla mano viene controllata l’occupazione del suolo pubblico. Si inizia con sanzioni di chiusura da cinque, dieci e trenta giorni e si arriva anche alla revoca della licenza.
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