Il 90% dei Comuni siciliani ha aree a rischio idrogeologico. Questa la fotografia dell’ultimo rapporto redatto dall’Ispra secondo il quale 360 Comuni isolani hanno aree interessate a pericolosità da frana (elevata o molto elevata) o idraulica (elevata o molto elevata); circa 120 mila abitano nelle aree con pericolosità da frana e 20 mila in quelle a pericolosità idraulica.
Cinquantamila edifici sono a rischio frane, 14 mila a rischio idraulico. “I drammatici avvenimenti di questi giorni – afferma Paolo D’Anca, segretario generale della Filca Cisl Sicilia – dimostrano la persistenza di una minaccia che ogni giorno incombe sulla nostra Regione. I dati Ispra parlano chiaro: la Sicilia è insicura sotto il profilo idrogeologico e senza interventi concreti, rimane dietro l’angolo il pericolo di un’eventuale tragedia, come quella di Giampilieri per citarne una”.
Per il segretario generale degli edili della Cisl siciliana, è fondamentale che siano utilizzate subito le risorse stanziate per la Sicilia nel Fondo nazionale del Piano “ItaliaSicura”, che ammontano a circa di 16 milioni di euro (ben il 16% del totale nazionale di 100 milioni) mirato a finanziare un totale di 71 ulteriori progetti esecutivi.
“Bene ha fatto il governo Musumeci a destinare sei milioni di euro in favore delle Province e dei Comuni che hanno subito pesanti danni dall’alluvione di questi ultimi giorni – prosegue D’Anca – condividiamo la necessità di dare un segnale concreto rispetto a una situazione di tale gravità. Siamo d’accordo anche sulla necessità di dare una scossa agli enti locali, affinché non si ripetano le pessime esperienze degli anni passati, a causa delle quali si registra oggi un notevole ritardo nella realizzazione delle opere pubbliche siciliane. Vanno velocizzati i procedimenti amministrativi all’interno della macchina burocratica regionale, che spesso purtroppo cammina a passo di lumaca”.
La Filca Cisl Sicilia, come sottolinea il segretario Paolo D’Anca, propone l’istituzione di una task force che coinvolga sia le istituzioni sia le associazioni datoriali e le sigle sindacali. “È inutile che ciascuno segua un proprio percorso, visto che l’obiettivo comune è quello di portare a compimento le opere pubbliche, a partire da quelle per la messa in sicurezza e per la prevenzione del rischio idrogeologico – afferma D’Anca – è ora che tutti i soggetti con un ruolo attivo nel settore infrastrutturale e dell’edilizia ragionino insieme sui primi interventi da compiere e su come superare gli eventuali ostacoli burocratici. Confidiamo che la nostra proposta venga raccolta da tutti, per realizzare un piano speciale per la sicurezza del territorio siciliano”.
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