L’Ente minerario va definitivamente in soffitta in Sicilia, a distanza di 23 anni dalla sua avviata liquidazione. La politica regionale trova il modo per azzuffarsi anche attorno alle risorse che si sono riusciti a liberare per questa operazione. Un tesoretto da 23 milioni di euro che, in questa fine legislatura, possono diventare occasione per accendere gli appetiti dei partiti in vista delle imminenti elezioni regionali di autunno.
Al momento la manovra correttiva per un totale di 900 milioni resta di fatto congelata. Questo perché all’Ars non si è riusciti a decidere la destinazione di questi 23 milioni di euro. Sostanzialmente c’è una spaccatura in tre rispetto alla destinazione di questi fondi. La norma che è stata inserita nel testo, e quindi voluta dal governo regionale, va a destinare questi fondi all’Irfis, l’istituto regionale di società di microcredito. Con questi fondi l’idea è quella di varare bandi per la creazione delle necessarie infrastrutture nelle aree individuate come Zes, le zone economiche speciali dove insediare imprese attirare da una serie di agevolazioni.
In aula all’Ars invece è andato in scena uno scontro importante. Da una parte ci sono Forza Italia ed Mpa che invece vorrebbero spostare questi fondi per finanziare i cantieri lavoro, vale a dire quei progetti con l’utilizzo di disoccupati per la realizzazione di opere di pubblica utilità. Ed è proprio per questo che è stato presentato un emendamento. Il Partito Democratico invece ha sostenuto l’importanza di spostare i 23 milioni verso il sostegno all’agricoltura.
L’Ente minerario siciliano è un ente pubblico della Regione Siciliana, in liquidazione dal 1999. È un organismo dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, che aveva lo scopo di promuovere la ricerca, la coltivazione, la trasformazione ed il collocamento commerciale delle risorse minerarie della Sicilia, in particolare degli idrocarburi liquidi e gassosi, dello zolfo e dei sali potassici. L’Ente venne costituito con la legge della Regione Siciliana n. 2 dell’11 gennaio 1963. È stato posto in liquidazione con la legge 20 gennaio 1999, n. 5, assieme ad altri enti economici della Regione Siciliana. Al momento della liquidazione facevano parte dell’ente 15 aziende. Nel 2017 non erano state ancora liquidate tutte le partecipazioni azionarie.