“Riaprire i nostri locali sarebbe un primo passo importante verso il ritorno alla normalità ma è evidente che le condizioni prospettate dal Cts rendono economicamente insostenibile l’eventuale gestione della ripartenza. Chiederemo che vengano rivisti alcuni parametri”. Vincenzo Grasso, presidente di Silb Confcommercio Palermo e componente del direttivo nazionale della categoria che rappresenta la maggior parte dei locali da ballo e delle discoteche, commenta così il parere espresso nei giorni scorsi dalla cabina di regia del Cts.
Domani vertice a Roma
Domani, giovedì 7 ottobre, a Roma ci sarà una riunione con i vertici nazionali del Silb per discutere le ultime novità e decidere quali richieste avanzare al Consiglio dei Ministri che è chiamato a prendere i provvedimenti consequenziali.
“Si muove qualcosa ma non è abbastanza – continua Grasso -, è impensabile che con una capienza massima ridotta al 35% i locali al chiuso possano far quadrare i conti, oltretutto tenendo conto delle numerose prescrizioni che imporrebbero ulteriori costi agli imprenditori. Ci domandiamo, ad esempio, a cosa serve allora l’obbligo del Green Pass che dovrebbe essere una delle principali garanzie di sicurezza per i nostri clienti? Nel momento in cui si sta discutendo della totale riapertura degli stadi e dell’allentamento di altre misure di sicurezza sanitaria, perché continuare a mettere così tanti paletti alla nostra attività? Ci guardiamo intorno e vediamo che in quasi tutti i paesi europei, anche quelli con una minore percentuale di persone vaccinate, hanno già autorizzato la riapertura dei locali con presenze ben più numerose”.
Prolifera l’abusivismo
“Purtroppo in questi quasi due anni di chiusura forzata abbiamo assistito al proliferare di fenomeni di abusivismo, che hanno prodotto assembramenti in locali privati e non idonei a far ballare le persone. Un fenomeno così tanto diffuso – e da noi ampiamente documentato e denunciato – che per le forze dell’ordine diventa perfino difficile controllare”.
Ristori insufficienti
“Fra gli argomenti su cui faremo sentire la nostra voce – conclude Grasso – c’è anche quello dei ristori alle imprese costrette a chiudere per il coronavirus: si sono fatte finora molte chiacchiere ma ancora non c’è stato nessun provvedimento concreto. È necessario fare in fretta perché i tanti imprenditori che si sono attenuti scrupolosamente alle prescrizioni del Governo sono adesso in condizioni economiche estremamente difficili e senza la liquidità necessaria per pianificare una eventuale riapertura. Insieme a loro ci sono migliaia di operatori del settore e i fornitori che aspettano urgenti risposte”.
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