Non 100, non 200 e neanche 320 milioni di euro. L’Europa contesta la spesa comunitaria siciliana per oltre 1 miliardo di euro. E non si tratta di fondi non spesi che si perdono ma di fondi spesi male e che la Commissione non riconosce e chiede indietro.
Insomma la Sicilia dai conti disastrati dovrà trovare il modo di risarcire la Comunità Europea per soldi che ha già speso e non ha più. Dove andremo a prendere un miliardo e 300 milioni complessivi se perdiamo tutti i contenziosi come non è difficile immaginare?
I conti in tasca ai fondi siciliani, la fa, questa mattina, il giornale La Sicilia secondo il quale a rischio non ci sono soltanto i 320 milioni di euro contestati da Bruxelles nel settore degli aiuti all’agricoltura biologica e che la Regione intende difendere con un ricorso. Adesso è quasi certo che la Sicilia dovrà restituire all’Ue una cifra pari a circa 1 miliardo di euro, cioè quasi 500 milioni del Fesr e circa 500 milioni del Fse, quindi sia fondi generali per le infrastrutture che fondi utilizzati per il lavoro e la formazione.
Il programma è scaduto e anche se c’è tempo fino a marzo per completare le operazioni e i pagamenti grazie ad una proroga, l’ Unione rimborserà, comunque, solo le spese certificate al 31 dicembre scorso. E fra quelle spese mancano complessivamente 1,3 miliardi che fanno della nostra isola la regione con la peggiore performance nel programma 2007-2013.
Ecco i numeri desunti dal monitoraggio del ministero e riportati dal giornale. Per quanto riguarda il Fesr (fondo infrastrutture), la Sicilia ha effettuato pagamenti pari al 68,34%, contro il 73,19% della Calabria, il 78,37% della Campania, l’ 89,24% della Puglia, il 78,74% della Basilicata. Tradotto in soldi, al 30 novembre scorso, su un budget impegnato di 4,35 miliardi di euro, la Regione ha certificato una spesa pari a 2,73 miliardi. All’ 11 gennaio scorso l’ insieme di coloro (enti e imprese) che hanno realizzato investimenti autorizzati con la promessa di risorse comunitarie, ha caricato sul sistema dei pagamenti 4,66 miliardi, mentre la Regione ha registrato 3,77 miliardi e ha validato, con timbro del dirigente generale, 3,31 miliardi, pari al 76% dei pagamenti.
Restano da registrare 1,2 miliardi entro marzo 2017. Ma la Regione, fatte le dovute verifiche, potrà tentare di recuperare solo 773 milioni proponendo di computare 119 progetti “retrospettivi”, di cui 109 già realizzati per l’ edilizia scolastica. In bilico quasi 500 milioni.
Situazione non molto diversa per il Fondo sociale europeo (istruzione -formazione -lavoro), che, sempre secondo l’ ultimo monitoraggio del ministero dell’ Economia a dicembre, vede la Sicilia fermarsi all’80,16% contro il 91,29% della Campania, il 99,31% della Calabria, l’ 87,10% della Basilicata e l’ 87,79% della Puglia. Sul portale Opencoesione risulta che al 31 ottobre scorso, su un budget impegnato di 1,6 miliardi di euro, la spesa certificata era al 74,1%, di cui pagamenti per l’ 80,16%, pari a 1,11 miliardi. Ci sono dunque in bilico circa 500 milioni.
Restano due mesi per mettere una pezza a questa situazione. Esistono escamotage che potrebbero permettere alla Regione di salvare una parte di queste risorse ma dovranno essere autorizzati da Bruxelles e non è detto che questo avvenga. per la parte che, invece, non verrà salvata resta da chiedersi cosa fare. la Sicilia non ha le risorse per restituire i fondi quindi le soluzioni potrebbero essere due: chiedere indietro i contributi a chi li ha ottenuti con il probabile effetto di causare il fallimento di numerose aziende con disastrose conseguenze per l’economia siciliana e un vero e proprio effetto domino o compensare parte delle risorse sull’assegnazione del nuovo programma 2014-2020 ma questa seconda eventualità non sarebbe esattamente ‘regolare’.
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