Crollo dei nuovi contratti, diminuzione oraria o della lunghezza nel tempo dei contratti a tempo determinato, rischio licenziamento appena termineranno gli ammortizzatori sociali e stop a nuova assunzioni se non legate a brevi periodi.
Sono i dati dell’andamento del lavoro in Sicilia elaborati dalla Cgil regionale ma che corrispondono, per grandi linee, a quello che è stato inserito nel Documento di Economia e Finanza dalla Regione siciliana. Un vero e proprio disastro occupazionale rischia di travolgere la Sicilia da qui alla fine dell’anno.
Nei primi sei mesi del 2020 in Sicilia si sono registrati 80 mila contratti di lavoro in meno. Quelli a tempo determinato si sono ridotti nella durata in media del 25%. Conseguenze della pandemia che “hanno aggravato una situazione già difficile, con l’ingresso di altre 200 mila persone nell’area della povertà assoluta”. E’ anche aumentata la precarietà, con più lavoro nero e sotto salario. Lo ha confermato anche il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, aprendo oggi, in videoconferenza, l’assemblea generale del sindacato”.
“A fronte di questa situazione- ha aggiunto Mannino- nessuna delle misure della Finanziaria regionale sono state finora attuate e 1, 3 miliardi di stanziamenti sono fermi. Anche le misure nazionali – ha specificato- se escludiamo la cassa integrazione non hanno prodotto finora risultati. Siamo in particolare preoccupati per settori come la scuola e la sanità che in Sicilia scontano evidenti fragilità”.
Sul governo regionale il segretario della Cgil ha detto : “Entro maggio si doveva aprire il confronto su un piano di sviluppo e per il lavoro, anche a seguito della presentazione del nostro Piano del lavoro, ma questo non è accaduto e l’esecutivo è latitante anche per quanto riguarda la crisi che sta investendo il settore industriale con il rischio concreto di una vera e propria deindustrializzazione”.
Per quanto riguarda l’azione del governo nazionale, il segretario della Cgil ha rilevato che “piuttosto che misure come quella sulla semplificazione amministrativa che produrrà una deregulation senza effettive ricadute si doveva muovere con misure di rilancio e accelerazione della spesa. Il fatto che il governo regionale si sia mosso in anticipo rispetto al governo nazionale- ha aggiunto- rischia peraltro di creare sovrapposizione di norme e in definitiva paralisi”.
“E’ necessario intervenire subito sulle fragilità della nostra regione- ha rimarcato Mannino- e in tal senso chiediamo anche che si apra subito un tavolo al Mise sulla situazione dell’industria”. Così come “è necessario – ha sottolineato Mannino- attivare subito tutti gli strumenti necessari per
assicurare la legalità nel mercato del lavoro”.
La Cgil chiede l’istituzione di un osservatorio sul mercato irregolare e la riforma del mercato del lavoro per l’incrocio trasparente tra domanda e offerta di lavoro. In proposito la Cgil ha di recente lanciato la campagna “Isola senza catene”, per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica
sul problema dello sfruttamento del lavoro che riguarda tutti i settori, a partire da agricoltura, edilizia e servizi.
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