Non causarono alcun disastro ambientale. La quarta sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Vittorio Alcamo, ha assolto per non aver commesso il fatto l’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, l’ex commissario liquidatore dell’Amia Gaetano Lo Cicero e l’ex Presidente del Consiglio di Amministrazione della stessa Amia Vincenzo Galioto, assistito dagli avvocati Nino Caleca e Roberto Mangano, tutti imputati per lo sversamento di percolato nella discarica di Bellolampo.
Erano complessivamente undici gli imputati nel processo per disastro ambientale, avvelenamento di acque, discarica abusiva, traffico di rifiuti. A Cammarata e all’ex liquidatore dell’Amia Gaetano Lo Cicero veniva contestata anche l’accusa di abuso d’ufficio, perché secondo i pm avrebbero rimosso illegittimamente il direttore della discarica. ma anche queste accuse sono cadute durante il processo.
Condannato a tre anni, invece, l’ex direttore generale Orazio Colimberti. Prescrizioni per alcuni capi di imputazione e assoluzione per altri per gli altri imputati Nicolò Gervasi, Aldo Serraino, Pasquale Fradella, Antonino Putrone, Fabrizio Leone, Luigi Graffagnino, Mario Palazzo.
Il procedimento nasce da un’inchiesta sullo sversamento di percolato e la sua infiltrazione nelle falde acquifere nella discarica di Bellolampo. I pm Geri Ferrara e Maria Teresa Maligno avevano chiesto quasi mezzo secolo di carcere.
Nel 2013 la discarica fu anche sequestrata. Al centro dell’indagine, la formazione dell’enorme lago di percolato, il liquido rilasciato dai rifiuti altamente inquinante, che si è formato nell’impianto di smaltimento palermitano di Bellolampo. Dalle analisi chimiche è emerso che il percolato si è infiltrato nelle falde acquifere e in quattro pozzi privati della zona in cui vennero trovate tracce di solfiti, nitrati e metalli. Il liquame, inoltre, tracimato a valle, avrebbe inquinato il torrente Celona che alimenta il canale Passo di Rigano, le cui acque finiscono nel mare del quartiere Acquasanta
Per Galioto si tratta della seconda assoluzione di fila. La prima era giunta nell’ambito dell’inchiesta per i falsi in bilancio all’Amia.
I fatti contestati in quel procedimento riguardavano proprio i bilanci Amia chiuso il 31 dicembre del 2005 e il 31 dicembre 2006. Sono gli anni dell’inizio del declino dell’azienda, prima florida, anni che si concluderanno proprio con il fallimento dichiarato sotto l’amministrazione Orlando.
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