Nuovo stop al lavoro del personale dei beni culturali nei festivi a partire dal 2 giugno. In vista dunque altri disagi per tutti i siti culturali dell’Isola. I sindacati Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl-Fna, che rappresentano la maggioranza dei lavoratori, si sono infatti opposti a nuove deroghe al contratto che avrebbero consentito ai custodi di lavorare oltre il limite di un terzo dei festivi fissato proprio nel contratto. Il motivo del rifiuto è legato ai ritardi ormai cronici nei pagamenti: dal 2016 attendono indennità di turnazione, tutela e vigilanza per un totale che varia da 3 mila a 4 mila euro ciascuno e che, secondo quanto detto dal dirigente generale, non potranno essere pagati prima di tre mesi. Per garantire le turnazioni, vista la carenza di personale, nel tempi si è reso necessario superare il limite contrattuale di un terzo dei festivi. Serve però un accordo coi sindacati che non è stato siglato proprio a causa di questi ritardi.
“La ragioneria del dipartimento dei Beni culturali – spiegano gli autonomi – ha di fatto rallentato tutti i pagamenti creando enormi ritardi anche per le imprese che forniscono beni e servizi all’amministrazione”.
E ancora i sindacati spiegano che “il dirigente generale Sergio Alessandro ha siglato un accordo di minoranza con i confederali ritenuto inefficace, inesigibile” tanto che gli autonomi annunciano “inevitabili azioni legali a tutela del personale”.
I sindacati attaccano poi “l’assurdo atteggiamento del neo assessore Sebastiano Tusa che impropriamente scarica le responsabilità accusandoci di ostacolare la crescita e lo sviluppo del settore. Noi con un grande senso di responsabilità abbiamo dichiarato che il personale continuerà a garantire nei limiti del contratto la tutela dei siti nelle more di una risoluzione”.
Prendendo atto “dell’assoluta incapacità da parte della dirigenza dei Beni culturali di risolvere il programma”, gli autonomi hanno chiesto un incontro con l’assessore all’Economia, il dirigente generale dell’Economia e il dirigente generale della Funzione pubblica e l’assessore alla Funzione pubblica, e ovviamente con i vertici dell’assessorato ai Beni culturali “per porre in essere le azioni che portino a un raffreddamento della spinosa vertenza sindacale”.
Quindi un invito all’assessore Tusa “a intervenire con il dirigente generale per annullare l’accordo farlocco siglato assieme alla triplice che rappresenta una minoranza, non qualificata”.
I sindacati Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl-Fna, per voce di Michele D’Amico, Peppino Salerno e Giuseppe Di Paola, Angelo Lo Curto e Gaspare Di Pasquale, Ernesto Lo Verso e Mario Notaro, ribadiscono che “non ratificheranno alcun protocollo d’intesa sottoscritto dal dirigente generale e dalle sigle Cgil, Cisl e Uil. Confermiamo lo stato di agitazione e invitiamo tutti i colleghi a partecipare al sit-in del 5 giugno”.