“Un buco nell’acqua”: non potrebbe commentare in altro modo, Giovanni Cupidi, l’esito della riunione che lo riguardava tenutasi all’assessorato regionale alla Famiglie ed alle Politiche sociali lunedì scorso. Si è sentito dire esattamente quello che non avrebbe voluto ascoltare mai, ovvero che nessuno può aiutarlo e che non ci sono fondi per garantirgli ciò a cui ha diritto, ovvero una vita dignitosa.
Giovanni Cupidi, giovane statistico tetraplegico di Misilmeri, necessita di assistenza domiciliare H24 essendo paralizzato dal collo in giù.
Attualmente il giovane usufruisce solo di 30 ore settimanali di assistenza, domenica e festivi esclusi (come se in certi giorni le sue esigenze venissero meno) ‘pagate’ dall’assessorato regionale alla Famiglia ed alle Politiche sociali. Il programma di cui beneficia Giovanni scadrà il 24 gennaio, e lui si ritroverà dunque ad avere una sola ora di assistenza al giorno del Fna (Fondo nazionale Autosufficienza).
Dopo gli infiniti appelli sui media e sui social network, già dallo scorso marzo, ed una petizione lanciata su change.org alla quale hanno aderito più di 36mila sostenitori, sembrava che l’assessore regionale competente, Gianluca Miccichè, si fosse deciso ad intervenire. Sembrava, appunto, e vi spieghiamo perché.
E’ bene dunque procedere con ordine. Giovanni, non ottenendo alcun riscontro, nei giorni scorsi ha inviato tramite i suoi legali una diffida all’assessorato alla Famiglia ed alle Politiche sociali ( e al Garante per la Disabilità della Sicilia, al Comune di Misilmeri e all’ASP di Palermo) nella quale intima l’assessorato affinché, con la massima urgenza, intraprenda ogni azione o iniziativa occorrente a prorogare ed implementare le misure di assistenza sociale domiciliare che gli spetta.
Chi scrive e vi racconta la storia, e che segue la battaglia di Giovanni da tempo, ha dunque contattato l’assessore affinché il giovane disabile avesse una risposta o quantomeno un cenno di interessamento da parte di Miccichè. Dopo aver candidamente ammesso di non essere a conoscenza del caso, né della diffida, sebbene un atto inviato tramite PEC sia ufficiale a tutti gli affetti, l’addetto alle relazioni esterne chiedeva di ricevere tramite mail copia della diffida e link agli articoli riguardanti Giovanni, che sono stati regolarmente inviati. Tutto questo avveniva il 9 gennaio. Nessuna risposta è mai stata ricevuta ma le domande sono tante. Come è possibile che l’assessore non sappia, che sia all’oscuro della petizione a lui indirizzata, e persino dell‘interrogazione sulle gravi condizioni di Giovanni presentata dal M5S all’assemblea dei deputati siciliani nel maggio 2016, così come dello spazio dedicatogli dalla stampa regionale e nazionale e degli appelli del movimento politico #DiventeràBellissima? Domande rimaste sinora tali.
Tuttavia, nei giorni seguenti alla mail, sembrava che qualcosa iniziasse a muoversi. In occasione di un incontro tenutosi il 12 gennaio tra Giovanni e l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, che vuole conoscere gli sviluppi della vicenda, Gucciardi sollecita telefonicamente Miccichè, il quale lo informa di essere impegnato nei lavori del tavolo per l’integrazione socio-sanitaria ma di essere interessato a parlare ‘de visu’ con Giovanni alla presenza del sindaco del comune di Misilmeri.
Il giorno dopo, il capo di gabinetto dell’assessorato guidato da Miccichè, contatta il primo cittadino, Rosalia Staderelli, e Giovanni Cupidi, convocandoli all’assessorato di via Trinacria per lunedì 16 gennaio alle ore 11. Giovanni chiede rassicurazioni in merito alla presenza dell’assessore: per il ragazzo uscire da casa comporta uno sforzo fisico non indifferente e richiede la presenza della madre che lo segue ininterrottamente nell’arco della giornata, e di almeno un altro accompagnatore, ma solo perché reperirne anche un secondo, come sarebbe necessario, non è sempre facile.
Giovanni, che ha già avuto una brutta broncopolmonite che per poco non lo ha mandato all’altro mondo, deve centellinare le sue uscite, assai rischiose soprattutto in inverno e date le rigide temperature di questi giorni. Lo statistico ritiene di non poter mancare all’appuntamento, inizia a prepararsi di buon’ora, rinuncia alla fisioterapia alla quale deve sottoporsi ogni giorno per non aggravare le proprie condizioni di salute, e va in assessorato animato dalla speranza di trovare una soluzione.
Come finisce? Nel modo peggiore, perché l’assessore non c’è. Prima, Giovanni ed i suoi accompagnatori devono fare anticamera, poi vengono finalmente ricevuti. Al posto dell’assessore ci sono altre figure: il suo capo di gabinetto, la dirigente del servizio 5 dell’assessorato (quello competente in materia di fragilità e povertà, e quindi anche di handicap), il suo vice e qualche altro funzionario. Uno scenario surreale – con tutto il rispetto che merita il ruolo di queste persone – che però si sono presentate a Giovanni chiedendogli subito cosa volesse da loro. Che è un po’ come se qualcuno ci invitasse a casa propria, salvo voler sapere, al nostro arrivo, e con atteggiamento di stupore, cosa siamo venuti a fare.
Giovanni racconta con delusione, senza nascondere un accenno di disgusto, quella giornata.
“Mi ripetevano solo che l’assessore non c’era, così come non ci sono i fondi per finanziare il mio programma di assistenza citando capitoli di spesa che io conosco a memoria. Qualcuno, più risoluto degli altri, puntualizzava più volte che dipende tutto dall’Ars, che dovrebbe sbloccare le somme necessarie, e che loro non possono intervenire in alcun modo”.
Giovanni insiste, così come il sindaco di Misilmeri lì presente (ricordiamo che era stata convocata anche la signora Staderelli) per parlare con l’assessore, e gli telefona. Interpellato, Miccichè risponde che la sua presenza quel giorno non era programmata né necessaria, trattandosi di una mera “riunione tecnica, ma che ha dato mandato, ai suoi collaboratori, di risolvere la situazione “ad ogni costo”. I soggetti chiamati in causa, allargano le braccia e sottolineano, come se non fosse già chiaro, che l’assessore non c’è e non possono fare o dire nulla di più.
Il sindaco, infastidito, fa notare che la sua presenza presuppone una riunione ‘politica’, ovvero l’esigenza di capire dove trovare i soldi necessari.
“Farmi andare lì per non concludere niente – continua Giovanni – non è solo una mancanza di rispetto ma denota anche poco senso di umanità. L’assessore non ha mai voluto incontrarmi né parlarmi fattivamente, eppure, quando è stato fissato il nostro appuntamento, le premesse erano ben altre. Avevo chiarito che sarei andato in assessorato solo a patto di incontrarlo”.
Alla riunione ‘farsa’, è proprio il caso di dirlo, manca anche il direttore generale, pertanto tra i presenti non emergono decisioni né proposte per risolvere la situazione emergenziale di Giovanni che non ha di certo intenzione di tornare, per l’ennesima volta, in assessorato. La sua salute non gli consente affatto di farlo. “Se mai ci sarà una prossima riunione – tuona – potrà essere solo a casa mia”.
L’assenza dell’assessore è stata resa nota da Giovanni sulla rete e ai sostenitori della sua petizione. L’assessore, che non ha mai risposto a BlogSicilia, come precedentemente detto, allora pensa di inviare una nota scritta, ad una testata giornalistica, – forse sperando che non siano noti i precedenti – nella quale spiega, in buona sostanza, che Giovanni non era stato ‘invitato’ alla riunione.
Ma come? E la convocazione telefonica, contemporanea, a quella del sindaco di Misilmeri, era forse uno scherzo? Ci auguriamo proprio di no, anche perché non è ancora Carnevale…Di certo Giovanni Cupidi non si arrende, e BlogSicilia resta ancora pazientemente in attesa di una risposta da parte dell’assessore le cui parole siamo pronti ad ospitare in qualsiasi momento
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