Imputazione coatta per il deputato regionale del M5S, Luigi Sunseri, per il reato di diffamazione ai danni della giornalista Mariella Pagliaro del Giornale di Sicilia. Lo ha deciso, durante l’udienza preliminare, il Gip Annalisa Tesoriere, che ha ordinato al pm di esercitare l’azione penale nei confronti del politico.
La vicenda trae origine da un post pubblicato su facebook
La vicenda trae origine da un post pubblicato sulla pagina Facebook del deputato che riprendeva a sua volta poche righe di un articolo uscito sul quotidiano e poi comparso sulla pagina social del Giornale di Sicilia. Sunseri aggiungeva un commento con cui “forniva un’interpretazione personale e arbitraria – annota il giudice nella sua ordinanza – del tutto difforme dal significato letterale dell’articolo stesso”.
Sunseri commentò l’articolo della giornalista sul femminicidio di Roberta Siragusa
Nel gennaio 2021 Sunseri commentò l’articolo della giornalista sul femminicidio di Caccamo, in cui fu uccisa la diciassettenne Roberta Siragusa, aggiungendo un’interpretazione ritenuta dalla cronista “fortemente lesiva della propria dignità professionale e personale”.
Cosa aveva scritto la cronista
Nell’articolo in questione la cronista scrisse “Roberta potrebbe aver firmato la sua condanna a morte con l’ingenuità dei suoi 17 anni”, individuando il movente della violenza in alcuni messaggi scambiati con un coetaneo poche ore prima di essere uccisa dal fidanzatino, attualmente alla sbarra per l’omicidio.
Come aveva commentato Sunseri
Sunseri riprendendo l’attacco del pezzo della cronista scrisse “… parole gravi, pericolose e indegne. Chieda a scusa a Roberta… e a tutte le donne… Quella frase mi fa veramente schifo”, attribuendo alla giornalista un giudizio sulla povera ragazza.
La cronista ha presentato querela per diffamazione
Ricostruzione contestata dalla professionista che, assistita dall’avvocato Giuseppe Cannizzo, ha presentato querela per diffamazione, sia per il contenuto denigratorio del post e per i relativi commenti.
L’accusa aveva chiesto l’archiviazione
Il deputato, interrogato dal pm, sostenne di avere esercitato il diritto di critica politica. Tesi che aveva convinto l’accusa, che ne ha chiesto l’archiviazione, ma non il Gip.
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