Morì a 35 anni lasciando sgomento chi lo conosceva. La sua storia colpì tutta Palermo tanto che l’Università gli conferì la laurea magistrale post mortem. Ma il giovane biologo Darin D’Anna Costanzo non fu ucciso solo da un raro tumore ma anche da un errore sanitario.
Quattro medici a giudizio
Almeno questa è la convinzione del gip che fa risalire la morte del 35enne proprio a una diagnosi sbagliata e ad un esame istologico che non rilevò tempestivamente il tumore maligno, impedendo al paziente di curarsi in maniera corretta.
La lettura dei fatti da parte del gip
È la sintesi – secondo la lettura del gip Filippo Serio raccontata dal Giornale di Sicilia – della terribile fine toccata a Darin D’Anna, giovane biologo palermitano il cui percorso di studi concluso solo dalla laurea magistrale conferitagli post mortem, per decisione dell’Università, fu fermato da una malattia che, nel giro di qualche anno, lo portò via per sempre, il 4 giugno 2020.
Non fu una fatalità
Non fu una fatalità, secondo quanto sostiene adesso il giudice, che ha dato ragione all’impostazione legale della lunga battaglia condotta dei familiari di Darin accogliendo le tesi degli avvocati Salvatore Vitrano e Nino Agnello, legali delle persone offese.
Imputazione coatta per 4 medici
Nella sua ordinanza, così’, il gip dispone l’imputazione coatta per quattro medici del San Raffaele Giglio di Cefalù e del Cervello di Palermo. Ora la Procura, che aveva chiesto l’archiviazione, è obbligata a formulare l’imputazione di omicidio colposo nei confronti di Filippo Boniforti, Aroldo Gabriele Rizzo, Angelo Vetro e Giancarlo Pompei.
Chi era Darin
Darin, aveva studiato al liceo Meli di palermo prima di approdare a biologia all’UniPa. Gli amici lo descrivevano come un appassionato di mare e di canoa, sportivo praticamente soprattutto del tennis e grande lavoratore. In città era conosciuto anche per essere stato protagonista di una serie di eventi organizzati all’inizio degli anni duemila
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