Non c’è pace per i Cantieri Navali di Palermo e in particolare per i bacini di carenaggio. Dopo una incredibile storia di appalti e di contenziosi che ne bloccano il rifacimento, l’ampliamento, l’utilizzo e così via, arrivano anche i ladri. E non si tratta di un semplice furto ma di una vera e propria devastazione vandalica allo scopo di portare via le cablature in rame. Un danno ingente e che rende complesso qualsiasi ulteriore intervento di recupero che sarebbe dovuto scattare a breve.
I ladri sono entrati all’interno dell’area portuale di Palermo in una zona altamente sorvegliata e hanno devastato il bacino di carenaggio portando via tutto il rame possibile. Il rame, definito anche oro rosso, ha un grande valore e un importante mercato nero tanto che i furti di questa natura si succedono un po’ ovunque lungo gli elettrodotti, gli impianti ferroviari, nei cantieri e così via. Ma questo appare davvero incredibile.
Il danno è ancor più consistente per il modo grossolano e frettoloso in cui il rame stesso è stato asportato causando ultriori danni oltre al furto stesso. Difficile dire se i danni siano frutto solo di una ricerca di rubare qualsiasi cosa avesse valore e farlo in fretta o se ci fosse anche intenzione vandalica. Il risultato è comunque devastante
Furto e danneggiamento sono stati constatati dai responsabili della conservazione degli impianti. La Regione siciliana è propretaria di questo così come dell’altro bacino maggiore, quello da54mila tonnellate. Così è stato il funzionario regionale addetto a presentare, ieri, un esposto/denuncia sul furto e sugli atti vandalici agli inquirenti.
Il rifacimento dei bacini di carenaggio e l’intervento per un altro bacino da 150mila tonnellate per rilanciare i Cantieri Navali di Palermo è nei progetti della Regione da tempo. A novembre dello scorso anno l’ultima presentazione della road map per gli interventi. Entro marzo di quest’anno doveva essere conclusa la fase progettuale per portare poi alla gara per la fase esecutiva dei lavori per il bacino di carenaggio da 150 mila tonnellate dell’area del cantiere navale di Palermo. La data prevista per la fine dei lavori era indicata nel secondo semestre 2023 grazie anche all’impegno del Presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti. Appena una quindicina di giorni fa erano stati sbloccati 120 milioni di euro con una intesa importante proprio per i bacini
Tutta la vicenda degli anni scorsi ha dell’incredibile. La Regione aveva, sotto il governo Crocetta, bandito le gare ma poi le aveva revocate. Le imprese appaltatrici avevano presentato ricorso contro la revoca e ad ottobre dello scorso anno hanno vinto davanti al Consiglio di giustizia amministrativa. Dopo tanti anni, l’unico risultato, dunque, è la condanna della Regione a pagare 12 milioni di euro di risarcimento nei confronti delle imprese che fecero ricorso.
Proprio alla fine dello scorso anno i due bacini di carenaggio inutilizzati e in attesa di appalti e lavori, furono spostati nell’ambito dei lavori per il miglioramento del porto di Palermo per garantire la sicurezza della manovra delle navi da crociera. Il bacino da 52 mila tonnellate dal molo Nord vmsi sarebbe dovuto trasferire alla radice del molo Acquasanta del porto industriale, mentre per il bacino da 19 mila tonnellate lo spostamento al molo Nord, lato Est del porto commerciale era stato portato a termine. Tutto sempre in area portuale
Commenta con Facebook