- Nuova aggressione ad un agente della polizia penitenziaria avvenuta al carcere Pagliarelli
- Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sappe “Solidarietà al poliziotto”
- Ma denuncia “Ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali”
- Del Grosso (Cnpp) “Basta alla presenza di detenuti con problemi psichiatrici ed a quelli di difficile gestione”
Ancora una aggressione a un agente di polizia penitenziaria da parte di un detenuto nel carcere di Pagliarelli di Palermo. A darne notizia è Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe.
“Il detenuto non vuole più stare al Pagliarelli ed ha pensato bene di scagliarsi contro il poliziotto per essere trasferito. La prontezza di riflessi dello stesso agente ha fatto sì che il detenuto limitasse le sue intemperanze, ma si è reso necessario portare il collega in ospedale per le cure del caso. Il Sappe esprime solidarietà al polizotto e plaude alla prontezza dei pochi poliziotti penitenziari in servizio a Pagliarelli che hanno evitato il peggio”.
“È un bollettino di guerra”
Per Donato Capece, “ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, conclude.
La solidarietà del Cnpp
Il coordinamento nazionale polizia penitenziaria esprime la propria solidarietà al collega ferito e a tutti i colleghi in servizio della casa circondariale Palermo Pagliarelli che – si legge in una nota firmata dal segretario regionale Domenico Del Grosso – “ogni giorno lavorano in condizioni difficilissime, acuite dall’eccessivo numero di detenuti e dalla carenza di personale che costringe ad accorpare più posti di servizio concentrando responsabilità e carichi di lavoro non più sopportabili a pochi poliziotti penitenziari in servizio. Non crediamo che sia ascrivibile, a problematiche che si trascinano da anni e per le quali i vertici dipartimentali non riescono (o forse non vogliono?) trovare immediate soluzioni”.
E continua: “Più volte, infatti, abbiamo scritto al Capo del Dipartimento per l’applicazione immediata dell’art.14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e il trasferimento fuori regione per i detenuti violenti che si rendono colpevoli di aggressioni ai colleghi ma anche ad altri detenuti”.
“Basta alla presenza di detenuti con problemi psichiatrici”
“Diciamo basta alla presenza di detenuti con problemi psichiatrici e quelli di difficile gestione in quanto rifiutano il trattamento che continuano a perpetrare comportamenti criminali anche all’interno del carcere, e ciò perché sono consapevoli che le punizioni per comportamenti violenti sono blande: una denunzia, un po’ di isolamento e forse un trasferimento all’interno della regione”.
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