Palermo

Non diffamò il giornalista in un post Facebook, assolto il deputato regionale Luigi Sunseri

Il deputato regionale M5S Luigi Sunseri è stato assolto ieri dall’accusa di aver diffamato una cronista del Giornale di Sicilia.

Le origine della vicenda

La vicenda era scaturita da un post pubblicato su facebook dal parlamentare, per il quale era stato deciso il rinvio a giudizio in seguito alla querela presentata dalla giornalista. Nel post, il deputato commentava un articolo della cronista relativo ad un femminicidio avvenuto a Caccamo.

Le parole del deputato

“In quell’occasione – dice Sunseri – ho solo espresso il mio pensiero rispetto ad un articolo di giornale di cui non condividevo i termini utilizzati. Ho sempre pensato che le parole abbiano un peso. E lo penso ancor di più quando si parla delle donne e della loro difesa dalla violenza altrui. La libera manifestazione del pensiero è un diritto costituzionalmente garantito e ieri mi è stato riconosciuto. So di averlo esercitato correttamente e ancor di più in questo caso, in difesa della memoria di una giovane donna brutalmente uccisa. Anche il Pubblico Ministero, in esito a quanto emerso nel corso del processo, aveva chiesto per me l’assoluzione”.

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“Sono sempre stato molto sereno – conclude Sunseri- e ho sempre avuto massima fiducia nella giustizia. Non posso che ringraziare il mio avvocato, Antonella Giangrasso, che con grande serenità e competenza ha affrontato il processo al mio fianco”.

Condannato per aver diffamato l’ex sindaco di Licata Cambiano “Più di 80 post offensivi”

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Il Tribunale di Agrigento ha giudicato diffamatori gli oltre 80 post pubblicati su Facebook tra il 2015 e il 2017 indirizzati all’ex sindaco di Licata Angelo Cambiano, oggi deputato regionale del M5s. Il giudice ha condannato l’autore dei post a risarcire di 30 mila euro l’ex sindaco Cambiano, difeso dagli avvocati Daniele Vecchio e Francesco Carità. Per i due legali “occorre fare molta attenzione al contenuto dei post che pubblichiamo sui social, perché le piattaforme virtuali non concedono alcuna immunità, risultando sempre più assimilabili a contesti di vita reale dove, per fortuna, continua a valere quanto affermato nelle Satire di Orazio: est modus in rebus sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum (esiste una misura nelle cose; esistono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto)”

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