Un disegno di legge per istituire il parco archeologico della Neapolis di Siracusa, uno dei più importanti siti archeologici della Regione, ma anche quello maggiormente sofferente, tanto che da ultimo è toccato alle guide turistiche della città denunciarne il grave degrado, tra monumenti inghiottiti dalla vegetazione o transennati ai visitatori.
La norma è stata presentata dal parlamentare Vincenzo Vinciullo che è anche Presidente della Commissione bilancio dell’Assemblea regionale siciliana eletto proprio in quel collegio e che punta all’istituzione di uno strumento di gestione per l’area archeologica.
Una idea che torna a sollevare un tema del quale BlogSicilia si è occupato a lungo, quello del mancato insediamento del Consiglio regionale dei Beni culturali e delle sue implicazioni, in particolare, sulla mancata istituzione dei parchi archeologici siciliani, ‘sentinelle a tutela del territorio’, come le ha definite dalle colonne di BlogSicilia la storica dell’arte e giornalista de’ ll Giornale dell’Arte Silvia Mazza, e al contempo strumenti per una crescita economica sostenibile.
Perché, allora, istituire un solo parco archeoliogico. E’ proprio Silvia Mazza a darci la sua spiegazione della vicenda “In Regione – ci ha detto la storica dell’arte – hanno fretta di istituire il parco della Neapolis di Siracusa, e per far prima… vogliono fare una nuova legge. Sembra un ossimoro ma è la realtà. Al centro del dibattito torna dunque un ‘vestito’ evidentemente ancora troppo largo per l’attuale amministrazione regionale: la legge Granata (20/2000) istitutiva del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, che contiene anche le norme sull’istituzione del sistema dei parchi archeologici in Sicilia. Una legge – tra i pochi figli legittimi e orgogliosi di un’autonomia regionale che molti vorrebbero veder cancellata – nata in anticipo persino sul Codice dei Beni Culturali, nel quale solo quattro anni dopo è fornita una definizione del parco archeologico che la legge siciliana aveva già introdotto come soggetto istituzionale. Una legge, si aggiunga, oggi presa a modello dalla riforma Franceschini che ha attribuito autonomia gestionale e finanziaria ai musei e ai parchi archeologici dello Stato”.
“Ecco quindi che al momento del bisogno – contnua – la Regione invece di applicare semplicemente la legge Granata, cerca un escamotage per sottrarvisi. Il motivo? evitare di acquisire il parere del Consiglio regionale Beni Culturali, da essa richiesto: Consiglio che da oltre sette anni non è stato ancora reinsediato (sulla sua dubbia proposta di ricomposizione si veda il documento da noi promosso e sottoscritto da Legambiente e Italia Nostra). Da cui discende il disastroso scenario dei decreti di perimetrazione (ma pure quello effettivamente istitutivo del parco di Selinunte) firmati dall’allora assessore ai Beni Culturali Mariarita Sgarlata, tutti carenti di questo parere e per ciò annullabili. L’urgenza di istituire il parco della Neapolis aveva portato, lo ricordiamo, a un primo tentativo, qualche mese fa, con la proposta, che ho denunciato proprio da BlogSicilia, del deputato Marika Di Marco (Pd) di insediare una Conferenza ‘ad interim’, ad alta probabilità di condizionamento politico”.