Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, con una nota inviata al capo area dell’ufficio anagrafe, ha dato disposizione di non applicare a Palermo le misure volute del cosiddetto “decreto sicurezza”, messo a punto dal vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, per quanto riguarda le norme che negano la possibilità di concedere la residenza a chi ha un permesso di soggiorno. L’articolo 13 delle legge 132 stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce sì un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi avere la residenza. In sostanza i comuni non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi, come l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (quindi l’Asl) o ai centri per l’impiego, che verranno assicurati solo nel luogo di domicilio, visto che non c’è più la residenza, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio. Orlando chiede al responsabile dell’anagrafe di “approfondire tutti i profili giuridici anagrafici” che deriveranno dall’applicazione della norma, ma, in attesa di questo approfondimento, scrive il sindaco “impartisco la disposizione di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”. Alla scadenza del permesso di soggiorno per motivi umanitari, i cittadini stranieri non potranno più iscriversi all’anagrafe; ma la norma colpisce anche i minori non accompagnati i quali hanno tutti il permesso di soggiorno per motivo umanitari, e gli stranieri che hanno il permesso di soggiorno per motivi di lavoro.
LEGGI ANCHE MICCICHE CONTRO SALVINI ISTITUISCE COMMISSIONE ARS
“Il governo oggi finalmente getta la maschera con il decreto 132 del 2018 che costituisce un esempio di provvedimento disumano e criminogeno. Per queste ragioni ho disposto formalmente agli uffici di sospendere la sua applicazione perché non posso essere complice di una violazione palese dei diritti umani, previsti dalla Costituzione, nei confronti di persone che sono legalmente presenti sul territorio nazionale”. Così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando replica a distanza al ministro dell’Interno Matteo Salvini che su Facebook ha richiamato lo stesso Orlando per la “disobbedienza” per la decisione di sospendere le norme che vietano la residenza ai richiedenti asilo contenute nel “decreto sicurezza”. “E’ disumano – ha spiegato Orlando – perché eliminando la protezione umanitaria trasforma il legale in illegale ed è criminogeno perché siamo in presenza di una violazione dei diritti umani e mi riferisco soprattutto ai minori che al compimento del 18/mo anno non potranno stare più sul territorio nazionale”.
“Caro Salvini, non ti consentiremo di fare il tuo macabro spot, la tua squallida campagna elettorale sulla pelle degli immigrati. Il Pd Sicilia sta con il sindaco Leoluca Orlando. Palermo è una città culturalmente accogliente, non diventerà certo razzista per decreto”. Così su Twitter, io segretario regionale per Pd, Davide Faraone.
Di diverso tenore le parole di Tony Rizzotto: “Orlando strumentalizza la questione dei migranti e della sicurezza, solo con l’obiettivo di distogliere l’attenzione dai problemi della città che non riesce e non sa risolvere. Mentre Palermo vive la peggiore emergenza rifiuti degli ultimi anni, il sindaco non ha niente di meglio da fare che “disporre” la violazione della legge nazionale da parte degli uffici. Una vergogna che richiede un intervento sanzionatorio, se non la decadenza del Sindaco” ha dichiarato il deputato della Lega all’Assemblea regionale siciliana.
Commenta con Facebook