“Pur se la legislatura volge al termine in questi giorni il Parlamento si sta confrontando con il “Decreto Aiuti bis” che ha una grande importanza e in particolare può e deve dare sostegno al comparto della pesca che in Sicilia è in sofferenza”. Lo rende noto Nino Minardo, segretario regionale della Lega.
Spiega Minardo: “Il lavoro del gruppo della Lega al Senato ha prodotto un pacchetto strutturato di emendamenti che oltre al sostegno diretto al comparto individua provvedimenti per abbassare il costo dei carburanti attraverso una incisiva riduzione dell’IVA da 22% al 5% e per aggirare il divieto di azzeramento delle accise disposto da normative europee e già rilevato dal MEF”.
“Inoltre i parlamentari leghisti propongono la costituzione di una zona franca doganale per delineare una strategia di sviluppo per le piccole isole a partire da quelle che scontano la maggiore distanza geografica e che sono più esposte alle dinamiche migratorie incontrollate: in questo caso tutte le isole minori siciliane ne trarrebbero benefici. Seguiamo questi provvedimenti fin dall’inizio della discussione e continueremo a seguirli e a incalzare tutti fino a quando non diventeranno misure concrete per gli abitanti delle piccole isole che hanno bisogno di uscire dalle logiche di interventi emergenziali e di approdare a politiche di sviluppo strutturale”.
Conclude Minardo: “Il Dl Aiuti bis è un’ottima occasione, la Lega è al lavoro per garantire che in chiusura di legislatura vengano sostenuti e approvati tutti i suoi emendamenti”.
Nel Decreto Legge Aiuti sono contenuti alcuni interventi proposti dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, a sostegno dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie. “Si tratta di misure che hanno l’obiettivo – ha spiegato il ministro qualche giorno fa – di allargare i sistemi di protezione sociale a fronte dell’aumento dell’inflazione e dei costi dell’energia. Il nostro obiettivo era quello di non perdere altro tempo e gli interventi approvati per i lavoratori, i pensionati, le famiglie e le imprese vanno nella direzione di un maggior sostegno per fare fronte all’incertezza e al caro vita anche grazie all’anticipo della rivalutazione delle pensioni e ad un ulteriore taglio delle tasse sul lavoro”.
Intanto Matteo Salvini, che ieri è stato a Palermo, ha incontrato i commercianti della città parlando del caro energia. Al fianco degli imprenditori, alcuni rappresentanti di categoria e organizzazioni sindacali, che hanno illustrato all’ex ministro dell’Interno alcune possibili soluzioni agli aumenti indiscriminati registrati in bolletta. Surplus di costi che sta mettendo in ginocchio diversi settore del mondo produttivo.
Problema palesato dagli esponenti delle associazioni di categoria presenti all’incontro. “Le nostre attività, anche con le saracinesche chiuse, consumano – sottolinea un imprenditore -. La notte noi chiudiamo ma i frigoriferi lavorano, anche il doppio in estate. Sono quei classici costi nascosti che non riesci a recuperare”.
Una richiesta sulla quale Matteo Salvini ha sottolineato il momento di difficoltà vissuto dalle aziende, soprattutto in termini di liquidità. Fatto sul quale il leader della Lega, attraverso i giornalisti presenti, lancia un appello a tutte le forze politiche del Parlamento. “Mandiamo un appello a tutta la politica, da Letta a Conte passando per Di Maio e tutti gli altri, ad unirsi per trovare delle risorse per il caro energia. Ho presidi che mi dicono che non riescono a garantire i sei giorni di lezione. I sindaci non chiudono i bilanci. Se la politica vuole dar un bel segnale agli astenuti, questa settimana può approvare un decreto da 30 miliardi come hanno fatto in Francia, in modo da garantire un tetto massimo agli aumenti. I soldi ci sono. Con questa scelta salviamo il lavoro. Altrimenti, saremo costretti a spenderne il triplo”.
“E’ una crisi non tanto dissimile a quanto avvenuto durante l’era covid – ha proseguito Salvini -. In quel caso, Governo e Parlamento stanziarono 180 miliardi di euro di aiuti a debito per salvare l’Italia. Adesso, la situazione non vede gli ospedali pieni, ma rischia di vedere le piazze piene di disoccupati e negozi chiusi. E’ urgente nelle prossime ore approvare un decreto come è stato fatto in Francia per fermare gli aumenti di luce e gas. Sono soldi a debito? Si. Preferisco però mettere 30 miliardi a debito piuttosto che rispettare le regole europee e doverne mettere cento di miliardi per welfare ed ammortizzatori sociali”.