“Sono a fianco alle imprese e condivido le parole del presidente di Confindustria Sicilia, Gaetano Vecchio, riguardo il rischio che può causare in tutto il Sud d’Italia, interrompere l’incentivo ‘decontribuzione Sud’”. Queste le parole dell’assessore alle Attività Produttive della Regione Siciliana Edy Tamajo a seguito della notizia riguardo l’assenza di proroga dopo la scadenza del 30 giugno 2024 della misura, come previsto dalla Commissione Europea.

“Decontribuzione Sud misura vitale”

“La decontribuzione per il Sud, una misura vitale per il rilancio economico delle regioni meridionali italiane, necessita urgentemente di una proroga. Questa agevolazione, che prevede una riduzione del 30% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, è stata finora uno strumento cruciale per sostenere l’occupazione e incentivare gli investimenti di tutto il Mezzogiorno”. Continua Tamajo, candidato alle prossime elezioni Europee nel collegio di Sicilia e Sardegna.

“Necessaria una proroga”

“La continuità di questo incentivo è fondamentale per garantire la stabilità economica e favorire una crescita sostenibile nelle aree del Sud d’Italia, storicamente penalizzate da tassi di disoccupazione elevati e da un tessuto produttivo meno sviluppato rispetto al resto del Paese. Tuttavia, per assicurare un impatto duraturo, è indispensabile che la Commissione Europea valuti positivamente una proroga ulteriore della decontribuzione, oltre la scadenza attuale. Questa proroga permetterebbe alle imprese di pianificare a lungo termine, consolidare le proprie attività e investire in innovazione e sviluppo. La richiesta di una proroga riflette non solo le necessità immediate delle aziende meridionali, ma anche una strategia di lungo respiro per colmare il divario economico tra Nord e Sud Italia, promuovendo una maggiore coesione territoriale e sociale”.

Lo stop alla misura

Lo stop arriverà dal primo luglio di quest’anno. Il 30 giugno scade la misura nota come “decontribuzione Sud”. Lo sgravio sui contributi costa 3,3 miliardi all’anno ma sparirà dalla lista dei benefici. Per le opposizioni si tratta di una scelta scellerata che viene solo minimamente compensata dai provvedimenti del decreto Coesione ma il governo spiega che, invece, la misura straordinaria va autorizzata semestralmente da Bruxelles e quella del 30 giugno è una scadenza intermedia dell’autorizzazione comunitaria.

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