La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di 34 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga.
Tra gli imputati anche il capo del clan di Palma di Montechiaro
Tra gli imputati anche Rosario Pace, ritenuto a capo del clan di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. Il procedimento, coordinato dal pubblico ministero della Dda Piero Padova, nasce dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta.
“A Palma di Montechiaro a gestire ogni cosa c’è Rosario Pace, detto ‘cucciuvi'”, ha raccontato agli inquirenti. Il pentito ha parlato di una cosca autonoma, diversa dalla tradizionale Cosa Nostra, ma con uno schema organizzativo simile ed in stretti rapporti con i clan mafiosi. Ed è per questo che la Procura di Palermo ha contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Gruppo “parraco” non farebbe parte di Cosa Nostra
Il gruppo criminale, denominato “paracco”, non farebbe parte di Cosa Nostra, ma ne avrebbe tutte le caratteristiche organizzative. Come la stidda si affiancava alla mafia, di cui subiva l’autorità, ma si muoveva in autonomia. Quaranta ha descritto le “famigghiedde” costituite da una decina di persone, i “paraccari”, con una struttura gerarchica composta da capi, sottocapi, capidecina.
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