I carabinieri hanno denunciato con l’accusa di danneggiamento il cognato dell’uomo di 41 anni morto di infarto la scorsa notte all’ospedale Ingrassia a Palermo.
Sarebbe stato lui a danneggiare le porte del pronto soccorso dopo avere appreso della morte dell’uomo.
I sanitari dell’ospedale sono intervenuti per soccorrere la sorella dell’uomo morto in preda ad una crisi di sconforto è stata sedata.
Nella stessa giornata si è registrata anche una seconda aggressione nei confronti del personale sanitario del medesimo pronto soccorso GUARDA QUI mentre nella giornata di ieri un danneggiamento era avvenuto al Pronto Soccorso del Civico.
Ieri mattina sempre al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia una dottoressa e un infermiere erano stati aggrediti dai parenti di un ragazzo.
Il medico nell’aggressione ha riportato ecchimosi e contusioni mentre l’infermiere un trauma lombo sacrale. Il personale sanitario è stato aggredito perché i parenti ritenevano che il ragazzo portato in ospedale non era stato adeguatamente assistito.
Le indagini sono in corso da parte della polizia che ha identificato i parenti del ragazzo. L’episodio è stato denunciato dai due sanitari.
“Sono due episodi diversi. Entrambi mettono in risalto un’aggressività nei confronti delle nostre organizzazioni che nell’uno e nell’altro caso si sono comportate in maniera aderente a quelle che sono le necessità del caso. Sono tutti operatori molto attivi molto presenti che hanno fatto molto bene il loro dovere.
E’ chiaro che l’evento morte in particolare suscita sempre una reattività da parte dei familiari che la subiscono e questa reattività oggi assume sempre i contorni della violenza contro le strutture. Valuteremo anche l’opportunità di introdurre ulteriori elementi che possano mettere al riparo i nostri operatori da qualunque aggressione. Non bisogna sottovalutare che c’è anche una questione cultura sulla quale non si agisce con un intervento. Il posto di polizia fisso sarebbe certamente un deterrente. In atto non mi sembra che ci sia la possibilità”.
Lo ha detto Daniela Faraoni, direttore generale dell’Asp di Palermo commentando le aggressioni avvenute all’ospedale Ingrassia di Palermo.
“Ieri mattina c’è stata un’aggressione da parte di un paziente psichiatrico e della madre nei confronti di una dottoressa del pronto soccorso. Pare che la dottoressa ha sporto denuncia a quanto sappiamo.
Per quanto riguarda i danneggiamenti della scorsa notte dalle prime notizie sappiamo che il paziente è stato soccorso in casa dai vigili del fuoco chiamati dai familiari visto che l’uomo di 41 anni da 24 ore non desse notizie.
Dal referto del 118 il paziente è stato trovato in blocco cardiaco è stato rianimato ed è arrivato qua intubato sempre in collasso cardiocircolatorio. In pronto soccorso sono continuate le manovre rianimatorie non andate avanti per 20 minuti. Poi non c’è stato nulla da fare.
Il medico di servizio ha comunicato alla sorella la morte dell’uomo e la donna è andata in escandescenza. Una reazione alla morte abnorme che ha portato l’uomo a danneggiare il pronto soccorso”. Lo ha detto il direttore sanitario dell’Asp 6 Maurizio Montalbano commentando gli episodi di violenza che si sono registrati al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia a Palermo.
“Ho ricevuto dal direttore generale dell’Asp di Palermo tutte le informazioni utili relative alle dotazioni di sicurezza del pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia anche per comprendere al meglio, in aderenza alle disposizioni contenute nel mio decreto, cosa è accaduto la notte scorsa”. Sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
“Si tratta di una struttura – puntualizza l’assessore – in cui è stata raddoppiata la vigilanza armata h24 e che è dotata di videosorveglianza: quello che competeva alla Regione è stato fatto. Se si vuole andare oltre, cioè ridefinendo la presenza costante delle forze dell’ordine nei pronto soccorso e, come diciamo da tempo, anche una legge severa che preveda l’inasprimento delle pene per chi usa violenza sui camici bianchi, occorre il coinvolgimento deciso dello Stato”.
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