La vera provocazione di Sgarbi Assessore? Aver chiamato nel suo Ufficio di Gabinetto, Silvia Mazza, la giornalista che negli ultimi anni ha firmato alcune delle più scottanti inchieste sui beni culturali siciliani. A lei Sgarbi ha affidato il compito di mettere le basi, con gli Stati Generali dei Beni Culturali in maggio a Gangi, della riforma di un settore di cui da anni va denunciando gravi criticità dalle pagine de’ ‘Il Giornale dell’Arte’.
Denunce, ma anche proposte di soluzioni, come nelle due Conferenze che ha promosso l’anno scorso a Giardini Naxos, ‘Patrimonio fuori controllo’, incentrato sui parchi archeologici e i piani paesaggistici, e ‘SOS Patrimonio: curiamolo insieme’, a Messina, sulle condizioni emergenziali di molti siti e sulla ‘scellerata’ chiusura da otto anni del progetto della Carta del Rischio del Patrimonio. Nel novembre scorso, prima dell’esito elettorale, proprio su BlogSicilia aveva avviato la rubrica ‘Articolo 14. Beni culturali a statuto speciale’, a cui ha consegnato undici proposte per un programma di politica culturale.
D. L’Assessore Sgarbi ha detto che agli Stati Generali dei Beni culturali si discuterà di ‘conservazione , valorizzazione e promozione, ma soprattutto sono un momento di verifica delle attività e degli indirizzi di politica culturale intercorsi fino ad oggi, con l’obiettivo di individuare soluzioni ai problemi strutturali’. Ce ne può parlare?
R. Sono passati ben 27 anni dalla prima Conferenza che si tenne a Palermo, presso l’Albergo dei Poveri. La complessità dei problemi che rischiano a breve termine di paralizzare il sistema dei beni culturali non consente di rinviare oltre la necessità di affrontarli. Gli Stati Generali saranno un momento di confronto e concertazione ampiamente partecipato , al di fuori delle sedi istituzionali, tra gli istituti del Dipartimento BBCCIS (Soprintendenze, Parchi archeologici, Poli museali, Centri e Biblioteche regionali) e i diversi soggetti a vario titolo operanti nel settore a livello regionale (Fondazioni, Università, Cnr-Ibam, ICOM, CESi, ANCI, Associazioni ambientaliste, Federalbeghi, etc.), col quale si possa avviare un processo riformistico del settore in grado anche di produrre sul lungo corso cambiamenti culturali stabili nel tempo, che, soprattutto, non venga arrestato dall’ipotesi di uno o più cambi al vertice dell’Assessorato. E che sia sostenuto dal Presidente della Regione e dal Governo. In concreto la Conferenza intende fornire gli strumenti utili alla predisposizione di un atto di indirizzo unico di politica culturale. Tengo molto a sottolineare la coralità dell’operazione. Una delle maggiori critiche alla Riforma Franceschini è, infatti, proprio quella di essere stata calata dall’alto, saltando il confronto con chi lavora al MiBACT. Persino uno dei suoi punti qualificanti, l’istituzione delle soprintendenze uniche, sul modello siciliano, è stato introdotto come emendamento alla Legge di Stabilità, nulla di più di un passaggio riorganizzativo, mentre in Sicilia, negli anni ’70 fu preceduta da un vivace e ampio dibattito accademico e civile, poi trasferito in un appassionate confronto politico nell’aula del parlamento siciliano. È quello che intendiamo riproporre. Ed è anche per questo che, oltre all’Assessorato, che, primus inter pares, mantiene un ruolo di soggetto ideatore e di regia dell’evento, nella convinzione che le politiche culturali non possano non raccordarsi con gli orientamenti programmatici delle altre politiche, si prevede il coinvolgimento degli Assessorati del Turismo, Economia, Infrastrutture, Territorio e Ambiente, Istruzione e Formazione, e Agricoltura. Ognuno dei quali sarà chiamato a illustrare il proprio contributo in supporto e coordinamento con l’Assessorato BB.CC.I.S. Subito dopo Pasqua terremo un incontro inter assessoriale preliminare.
D. A proposito di sostegno del Presidente, ospite del TgMed Musumeci ha detto che «l’Assessorato BBCC, insieme al Turismo, può fare la differenza nei prossimi anni per il mio programma di Governo».
R. Il Presidente, parlando di modello di sviluppo che il suo governo intende perseguire, ha detto di voler puntare anche su agricoltura di qualità. In questa direzione va il nostro proposito di coinvolgere negli Stati Generali anche gli altri assessorati che dovrebbero «dialogare» con i Beni culturali, compreso quello dell’Agricoltura (penso ai Sistemi della filiera agro alimentare e vitivinicola).
D. Quali sono i «problemi strutturali» che intendete affrontare in maggio?
R. Le faccio un elenco per difetto. Tra le emergenze non più rinviabili ci sono un capitale umano in forze al Dipartimento BBCCIS ridotto a «riserva indiana», mentre sono prossimi massicci pensionamenti, senza che sia previsto un turn over, e impera il disprezzo delle competenze specialistiche, a vantaggio di figure generiche che indeboliscono o persino contraddicono la mission di ciascun istituto, come un geologo a capo di un’Unità beni archeologici di una Soprintendenza o di un architetto alla direzione di un Parco archeologico; cronica mancanza di risorse finanziarie; indebolimento dell’azione di tutela per un’incongrua riorganizzazione delle Soprintendenze; irrazionali misure di contrazione della spesa, lasciate in eredità dal precedente Governo, che non intaccano gli sprechi ma paralizzano gli uffici, già a corto di strumentazioni, mezzi tecnologici, connessioni internet veloci; custodi senza indennità da anni che denunciano siti al buio; fallimentare impiego dei fondi europei; mancata revisione e aggiornamento normativo di settore; politica dei prestiti delle opere d’arte che più che una regione autonoma fa della Sicilia una colonia dei musei internazionali; necessità di accelerare e completare la pianificazione paesaggistica, di superare la condizione per cui i due assessorati dei Beni culturali e del Turismo continuano ad operare come due monadi non comunicanti; il ruolo del privato, tra luci e ombre; implementazione e sistematizzazione delle tre banche dati esistenti, perché la conoscenza della consistenza del patrimonio è premessa di qualsiasi azione, dal suo studio alla conservazione alla valorizzazione.
D. Perché Gangi e non Palermo, come fu per la prima Conferenza?
R. Per due ragioni. La prima lega questo meraviglioso borgo immerso nelle Madonie all’Assessore. È qui, infatti, che è stata trovata la «formula» per realizzare la «Grande utopia» delle «case a un euro» che nel 2008 Sgarbi aveva lanciato a Salemi. L’Assessore, con grande onestà intellettuale, non ha avuto difficoltà a riconoscerlo pubblicamente, tanto da pensare ora di realizzare qui un evento che vorremmo fosse di portata storica, come lo fu per la prima Conferenza. Ma a Gangi non c’è solo il progetto delle case gratis. In pochi anni i posti letto sono saliti da 40 a 1.000 (su 7.000 abitanti), i musei da 3 a 10, il Comune non ha un indebitamento né una causa, nessun commerciante paga il pizzo. Anima di tutta una serie di altre iniziative che hanno alla base l’intransigenza contro ogni lottizzazione politica e come radice comune l’applicazione di logiche e della creatività del privato al pubblico, secondo però una ricetta originale, attenta alle politiche sociali, è un sindaco-manager, insediatosi nel 2007 (esaurito il suo secondo mandato, dopo le ultime amministrative è vicesindaco, in realtà sindaco ombra), Giuseppe Ferrarello, interlocutore di questo Assessorato per l’organizzazione della Conferenza. Rilanciare l’economia e creare un paese gioiello è stato possibile, mi ha detto Ferrarello, «a partire da un mutamento profondo della mentalità che ha prodotto un cambiamento culturale». Ecco, per produrre cambiamenti culturali stabili nel tempo, per risolvere i nodi strutturali di un sistema prossimo al collasso, qual è quello dei beni culturali siciliani, il corso riformistico che si intende avviare a maggio dovrebbe allungarsi, lo sottolineo ancora, nell’arco dell’intera legislatura. La seconda ragione è che nel ricco calendario di eventi presentato dall’Assessore per Palermo Capitale Culturale, che prevede «aperture» verso il territorio, sotto forma di gemellaggi con Taormina e Agrigento, concepire un evento di questa portata al centro della Sicilia, in uno dei borghi più belli d’Italia, in un paese metafora di una Sicilia «altra», con un’economia florida, eppure penalizzato, come altri paesi dell’entroterra, da una localizzazione che inverte il tradizionale concetto geografico di «periferia» per le difficoltà di accessibilità (forti carenze infrastrutturali), significa voler porre al centro dell’attenzione il dato di partenza preliminare a qualsiasi progetto di riforma del sistema dei Beni culturali in Sicilia: le politiche culturali non possono che avere una portata di sistema e i beni culturali andrebbero sempre raccordati in un quadro unitario di progetto e quindi intersecarsi con gli orientamenti programmatici di altre politiche, come quelli che si occupano delle infrastrutture, ma anche della pianificazione, dei lavori pubblici, della tutela dell’ambiente, del turismo, della formazione, e, naturalmente, dell’economia, perché ogni politica culturale implica una politica economica. La cattiva accessibilità di Gangi, come di Aidone (non lo cito a caso: anche le petizioni online sembrano seguire l’infruttuosa logica dell’emergenzialità – prestito della Dea di Morgantina – piuttosto che agitare con forza temi ben più rilevanti, perché strutturali, invece che a carattere episodico come una mostra) e di tanti altri comuni al centro della Sicilia, che apparentemente sarebbe stato un limite per gli Stati Generali, diventa un punto di forza, l’evidenza da cui partire per ogni concreto approccio ai BBCC: l’Eden deve essere raggiungibile possibilmente senza passare attraverso l’inferno di una viabilità da terzo mondo!
D. Insieme agli Stati Generali l’Assessore ha annunciato l’istituzione di un nuovo Premio intitolato ad Alberto Bombace. Anche questa una sua idea?
R. Sì, abbiamo immaginato un filo narrativo continuo, per cui il terreno degli Stati Generali dei BBCC è stato preparato dal lancio del Premio in memoria di Alberto Bombace, il primo Dirigente generale (allora si chiamava Direttore) dell’attuale Assessorato BBCCIS che costruì da zero un sistema parallelo a quello dello Stato nel momento in cui nel 1975 venivano trasferite alla Regione Siciliana tutte le competenze in materia di BBCC. Un sistema oggi preso a modello dalla recente riforma del MiBACT. Il Premio vuole essere un riconoscimento da parte dello stesso Assessorato all’impegno in difesa del patrimonio da parte di uno o più dirigenti o funzionari in servizio presso il suo Dipartimento. L’assessore si riserva di stabilire, per la prima edizione, la data del Premio e di nominare riconosciute personalità del mondo della cultura come componenti della Giuria. Per le prossime edizioni la data sarà quella del 21 marzo. Oltre, infatti, alle numerose iniziative realizzate grazie all’accordo che l’Assessore (e non il Governo Crocetta a trazione PD) ha raggiunto col sindaco Orlando per Palermo Capitale della Cultura, l’obiettivo è quello di restituire attenzione anche all’azione di tutela del patrimonio e dell’ambiente, attribuendo un riconoscimento a chi la conduce in condizioni spesso estremali. La scelta della data, ha voluto, quindi, segnare l’inizio di una «Primavera per i Beni Culturali siciliani», riallacciandosi anche, secondo lo stesso filo conduttore metaforico, alla Conferenza organizzata nel marzo scorso, sempre a Palermo (Real Fonderia), da Legambiente, con l’intervento di una nutrita rappresentanza di dirigenti degli istituti del Dipartimento, alla quale ho preso anch’io parte, dal titolo «I Beni culturali in Sicilia. La primavera tarda ad arrivare». Il nostro messaggio vuole essere: ecco! quest’anno è arrivata. Due progetti, dunque, che si inseriscono in un discorso unico e coerente col quale si intendono portare al centro dell’attenzione di questo Governo i temi strutturali legati ai beni culturali, per ridare contenuti e significato a una competenza esclusiva in materia che da troppo tempo ormai ha smarrito un significato che ritengo, invece, trovi una sua particolare ragion d’essere nell’attuale momento storico, in cui due Regioni a statuto ordinario, Veneto e Lombardia, la reclamano come formidabile strumento di sviluppo.