Ha 18 anni, determinazione da vendere, tenacia, e le idee abbastanza chiare sul suo futuro.
Fabrizio Serafini, studente modello del liceo scientifico Cannizzaro di Palermo, il 27 agosto inizierà l’anno accademico alla prestigiosa università statunitense di Harvard alla quale è stato ammesso prima degli esami di maturità che sosterrà quest’anno.
Fabrizio fa parte infatti dei 6mila studenti di tutto il mondo ammessi ogni anno ad Harvard ancor prima della maturità ma che grazie ai risultati conseguiti nello studio, e ad un curriculum di tutto rispetto, riescono a convincere la commissione della università americana.
Un sogno che si avvera per Fabrizio, che ha conquistato la commissione superando gli esami e presentando un tema libero sulla Sicilia, Terra che il giovane non dimenticherà mai nonostante stia per recarsi all’estero e indipendentemente da quale sarà il suo futuro professionale.
“Non credevo ai miei occhi quando ho letto il mio nome tra gli ammessi – dice al Giornale di Sicilia il giovane studente -. Un sogno che diventa realtà e che mi apre sicuramente a nuovi e importanti orizzonti”.
Il 26 aprile Fabrizio volerà ad Harvard per un “week end di benvenuto” per conoscere coloro che lo accompagneranno durante il suo percorso.
Fabrizio deve ancora scegliere se iscriversi ad Ingegneria o Economia, lo deciderà in questi mesi, ed anche se la sua strada lo porterà lontano, il giovane sa già che alla Sicilia rimarrà legato per sempre.
Lo ha messo nero su bianco nel suo tema. “Sono l’amore per la mia terra e la cultura che ci appartiene – dice ancora al Giornale di Sicilia – ad avere fatto nascere in me le mie passioni. Per questo devo tutto alla Sicilia. Dopo aver sostenuto tutti i test e presentato i miei temi, sono stato chiamato da un ex alunno di Harvard con il quale ho intrattenuto una piacevole conversazione. Hanno cercato insomma di sapere qualcosa in più di me. Ma mai avrei immaginato che di lì a breve avrei ricevuto la notizia di essere stato ammesso”.
Il giovane studente è molto grato ai suoi insegnanti e ai suoi genitori “che mi hanno – conclude – sempre sostenuto e appoggiato”.
LEGGI ANCHE
A Catania solo un posto da bidella, oggi è direttrice della banca dei cervelli ad Harvard