- Scatta il 3 luglio la direttiva europea contro la plastica monouso
- Saranno messi al bando piatti, posate, bicchieri cotton fiocc, cannucce e imballaggi di plastica
- In Italia scatta la protesta delle imprese che producono articoli in plastica, verso alcune deroghe
Verso l’addio alla plastica monouso. Scatta infatti il 3 luglio la direttiva europea che mette al bando i prodotti in plastica usa e getta in tutti i paesi membri dell’Unione ma ci sarà qualche deroga. In Italia parte la protesta delle imprese.
Prodotti monouso in plastica al bando
La strada verso l’addio alla plastica monouso, inquinante e per certi versi anche inutile, è già stata spianata. In Europa si va verso l’addio a piatti, posate, bicchieri cotton fiocc, cannucce e imballaggi di plastica. Una scelta eco sostenibile che mira al rispetto dell’ambiente e a minimizzare l’uso delle meterie plastiche tra le più inquinanti. La disposizione, approvata nel 2019, mira a ridurre la mole di rifiuti plastici, specialmente nelle acque, di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.
Anche prodotti che presentano minime quantità
Non solo plastica ma anche bicchieri e tazze di carta che presentino anche un solo strato di plastica saranno mesi al bando. In Italia sarà previsto il divieto ma l’obbligo di ridurne i consumi. Secondo il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, “settori tipo quello della carta”, si legge sull’Ansa, “non mi sembrano così negativi sotto l’aspetto ambientale come quello della plastica”.
La protesta delle aziende
La direttiva preoccupa Confindustria e le aziende che producono articoli monouso in plastica. Secondo Carlo Bonomi, residente di Confindustria, l’abbandono dei prodotti in plastica monouso verrà sostenuto dall’entrata in vigore della cosiddetta plastic tax, che inciderà sul costo di questi beni di consumo. Per Bonomi, inoltre, la norma potrebbe avere conseguenze negative sull’industria manifatturiera italiana che presenta numerosi impianti di produzione d’imballaggi in plastica.
La battaglia in Italia
La ‘direttiva anti-plastica’, entrerà in vigore dal 3 luglio, se non che l’Italia si è messa di traverso. Ed ha avviato un’interlocuzione con la commissione Ue per cercare di ammorbidire le nuove regole. Il perché è presto detto: se è vero che la plastica inquina, e su questo non c’è dubbio, è stato stimato che in Italia gli addetti dell’intero settore siano oltre 160mila. Giorni fa il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani aveva fatto intendere che un compromesso era possibile, anzi molto vicino. In particolare, allo studio dell’Ue ci sarebbe un criterio di calcolo basato sulla quantità reale di plastica contenuta nei prodotti misti.
Commenta con Facebook