Palermo e i siciliani hanno superato il primo week end di marzo con un appuntamento in agenda imperdibile da smarcare: Incastrati 2, la serie di Ficarra e Picone è in onda su netflix dal 2 marzo. La serie è stata attesa per mesi, i palermitani in particolare ne hanno seguito le sessioni di ripresa per strada, ed oggi la curiosità e la sana voglia di divertimento è stata soddisfatta. Incastrati 2, dopo il primo weekend di pubblicazione, è già nella top ten italiana su Netflix.
Incastrati 2 arriva in piattaforma a breve distanza dal successo cinematografico de La Stranezza, il film di Roberto Andò con Toni Servillo, che ha visto protagonista anche il duo palermitano. Un vero e proprio film da record, che ha fatto il pieno di premi e apprezzamenti. Tra cinema e mondo delle fiction, Ficarra e Picone confermano ancora una volta di avere un talento poliedrico: una vera eccellenza Made in Sicily!
La trama di Incastrati 2 così come il linguaggio, ironico, utilizzato corrisponde in larghi tratti a quanto riporta la cronaca dai pizzini e dalle intercettazioni che riguardano la recente cattura di Matteo Messina Denaro e i documenti ritrovati nel covo del boss di Castelvetrano che si nascondeva a Campobello di Mazzara. Tante le similitudini tra finzione e realtà, a partire dai flop nei blitz destinati alla cattura di un latitante di mafia, proseguendo nella complicità dei medici e di tutto un ambiente folcloristico che sostiene la latitanza del boss, fino al linguaggio usato da Messina Denaro nei pizzini indirizzati alla famiglia per identificare i fiancheggiatori a cui fare richieste o distribuire compiti.
Ed ecco che così come nella serie di Ficarra e Picone i mafiosi sono denominati “Padre santissimo”, “Cosa inutile” e “Primosale” nella realtà raccontata dalle cronache di queste settimane i fiancheggiatori del boss di Castelvetrano si chiamavano “Fragolona”, “Parmigiano”, “Condor”, etc.
Ficarra e Picone sembrano quindi ispirarsi da una realtà la cui cronaca però è successiva rispetto ai tempi di produzione e messa in onda della seconda stagione di Incastrati.
La seconda stagione di incastrati ha il grande merito innanzitutto di mettere in scena e coinvolgere gran parte degli artisti siciliani che i due registi mostrano sempre di apprezzare e valorizzare insieme ad una immagine della Sicilia e dei siciliani che sebbene convivano con il cancro mafioso mostrano, almeno nella narrazione delle opere di Ficarra e Picone, di non volere rimanere inerti rispetto alla crescita etica e sociale della Sicilia. In questo senso merita menzione il finale di questa stagione con un grandissimo Leo Gullotta che è tutto da vedere, da ascoltare e da ricordare e che giustifica la visione familiare di questa serie che sebbene in qualche passaggio evidenzi le caratteristiche dell’occasione mancata arriva scorrevole fino al termine dove lo spettatore medio viene premiato con un gran finale. E poi tutto il carnet di attori siciliani di valore tra cui spiccano appunto Leo Gullotta ed uno strepitoso Tony Sperandeo insieme al medico interpretato da Gino Astorina, all’affarista Gambino interpretato da Sasa Salvaggio, quegli splendidi e sprovveduti operai interpretati da Toti e Totino e tanti altri
Ma è Tony Sperandeo che ancora una volta conferma le sue abilità artistiche affianco di Ficarra e Picone. Ed il duo che ha creato Incastrati glielo riconosce sui social proprio nelle ore successive alla messa in onda. “Solo chi conosce il nostro percorso artistico sa quanto vogliamo bene a questo grande attore“. A Salvo Ficarra e Valentino Picone bastano poche parole per dimostrare affetto e stima nei confronti di Tony Sperandeo, palermitano come loro. Nella nuova stagione di Incastrati veste ancora i panni di “Cosa Inutile”, un personaggio molto apprezzato dal pubblico.
La dedica su Facebook per Sperandeo è stata accolta con entusiasmo da parte dei fan che seguono Ficarra e Picone anche sui social. Tra i commenti, spicca quello di un’altra attrice “palermitana DOC” Mary Cipolla (anche lei nel cast della serie): “Questa seconda stagione mette in luce più che nella prima le grandi doti interpretative del nostro Sperandeo, bravo lui e bravi Ficarra e Picone che gli hanno dato risalto in una sceneggiatura avvincente, commovente, incalzante nel ritmo e piena allo stesso tempo di valori immortali”.