Palermo

Da dominatrice sessuale a ricattatrice, una donna rinviata a giudizio

Una donna è finita sotto processo per un ricatto sessuale. Come scrive il Giornale di Sicilia, in un pezzo di Connie Transirico, una ragazza qualche giorno fa, è stata rinviata a giudizio e a luglio dovrà affrontare le pesanti accuse in un aula di tribunale. Dopo gli arresti domiciliari, è tornata adesso in libertà.

Ancora in corso, invece, le indagini sul ruolo che avrebbe avuto un amico, che l’aveva accompagnata all’appuntamento per incassare i soldi e che prima era comparso anche in una video chiamata hot. Anzi, era stata proprio questa intromissione nel menage tra i due amanti virtuali a spezzare il filo di intimità e a fare scattare poi la richiesta estorsiva.

Il racconto della vittima

La storia lo racconta la stessa vittima della truffa consumata un anno fa, quando Mario (nome di fantasia) aveva 19 anni. Alto, fisico sportivo, un bel ragazzone profondamente timido però nei rapporti personali. La delusione d’amore lo porta a scandagliare i social alla ricerca di qualche distrazione leggera. “Stavo vivendo un momento difficile – dice – Così ho cercato sul social. Era un gruppo chiaramente porno e a me andava bene. Così ho chattato con questa ragazza che ha iniziato a farsi vedere nuda e in pose provocanti. Dopo qualche giorno abbiamo invece cominciato a parlare di noi, delle nostre esperienze…insomma, le ho chiesto di vederci e di avere un rapporto fuori dalla chat. Intanto, andavano avanti le nostre video chiamate dove facevano sesso a distanza”. Lei era la dominatrice: gli ordinava atti e posizioni e Mario, che stava al gioco, obbediva volentieri. Fino all’entrata in scena di un terzo incomodo. Da lì sono iniziati i ricatti.

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” Speravo finisse lì, invece alla fine del mese, quando lei sapeva che io prendevo lo stipendio, mi ha chiesto l’intera cifra di cui disponevo: 500 euro. Non so dove ho trovato il coraggio, ma sono sceso da casa e sono andato dai carabinieri e gli ho mostrato i messaggi che arrivavano sul suo cellulare anche mentre era in caserma”.

 

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