“Viviamo in un momento di complessità elevatissima, visto lo scenario geopolitico. Oggi abbiamo un altro conflitto molto importante con l’attacco di Hamas ad Israele e contemporaneamente ci sono stati diversi attacchi cyber”. A dirlo è Aldo Di Mattia senior manager systems engineering public administration Fortinet Italy, a margine del “Cybersecurity Forum”, evento organizzato a Palermo da ‘Fortinet Italy’, leader globale nella cybersecurity che promuove la convergenza tra networking e sicurezza.
L’esperto di cybersicurezza prosegue: “Per alcuni di questi, siamo riusciti a capire da dove sono arrivati. Sono due società, due gruppi criminali filopalestinesi e due filorussi che hanno attaccato siti governativi israeliani e l’applicazione che fornisce informazioni ai cittadini sul lancio di missili per allertare sui momenti di attacco, verso due aziende di produzione e distribuzione di elettricità e verso i media. Israele, da una parte è stata colpita dai missili e dall’altra da attacchi di cybercrime”.
Ed aggiunge: “Con l’invasione della Russia in Ucraina sono stati sferrati tantissimi attacchi di tipo cyber, molti di questi sono usciti dal territorio e sono atterrati nelle nazioni circostanti tra cui l’Italia, ma in particolar modo la Germania che ha avuto difficoltà nella produzione di energia elettrica data dall’eolico”.
Per quanto riguarda la sicurezza dei sistemi e delle reti in Italia, “ci sono investimenti importanti in atto, ma non bastano – ha spiegato Di Mattia – perché investiamo poco in termini di Pil, rispetto alle altre nazioni più ricche al mondo e dobbiamo aumentare la spesa, anche se stiamo perfezionando i sistemi di sicurezza e delle infrastrutture critiche”.
“La percezione, l’attenzione e la sensibilità sono cresciute rispetto all’attenzione sulla sicurezza informatica e cibernetica in generale, sia per i cittadini che per le pubbliche amministrazioni.
Ci si rende conto che l’informatica è un settore abilitante per diverse attività, economiche, sociali, politiche e, quindi, è un fattore strategico e da presidiare”. Lo ha detto Ivano Gabrielli, direttore del servizio di polizia postale e delle comunicazioni, ai giornalisti, a margine del “Cybersecurity Forum”.
“E’ un fattore che dà la possibilità di avere un grosso ’empowerment’ dal punto di vista delle potenzialità, ma è un asset che ha dei costi e per questo va particolarmente tutelato – ha sottolineato -. Spesso non si ha la percezione di quanto sia proficuo investire in termini di sicurezza informatica, si pensa a costruire una infrastruttura informatica, oggi bisogna cominciare a pensarla nella sua costruzione in sicurezza, dando anche il giusto spazio alle professionalità”.
Poi, con riferimento agli attacchi informatici ai sistemi di sicurezza soprattutto di recente con la guerra in Ucraina e con gli attacchi di Hamas, Gabrielli ha detto: “Oggi facciamo economia, produciamo beni e servizi e abbiamo una vita sociale che vede in qualche modo una proiezione in una nuova dimensione che va tutelata, una dimensione economica e strategica, che dà molte possibilità, ma poi è uno strumento attraverso il quale può perpetrarsi un’attività terroristica o un’attività bellica diretta. I confini nell’ambito digitale sono più labili, molto più fluidi e bisogna cominciare a pensare al dominio cibernetico come ad un mondo nel quale siamo immersi. Alcuni eventi che riguardano Paesi o infrastrutture di Paesi che oggi sono teatro bellico, di fatto, si riflettono anche nel nostro pezzo di infosfera. E lo si vede dal cosiddetto ‘rumore di fondo’, cioè quell’attività di studio che spesso viene fatta da chi sfrutta vulnerabilità per poi sferrare attacchi informatici, Una realtà con la quale dobbiamo convivere”.