“Quasi tutti i traffici illeciti vengono realizzati con mezzi informatici. Il cybercrime ha avuto negli ultimi tempi uno sviluppo che rispecchia l’evoluzione che si è avuta nel mondo delle comunicazioni, per cui se prima si faceva riferimento soltanto a minacce derivanti da virus informatici, oggi il cybercrime è un fenomeno onnicomprensivo, perché molte attività criminali hanno ricevuto una grossa espansione grazie alle tecnologie piegate a scopi illeciti.

Ma ribellarsi è un dovere: molti illeciti commessi su internet possono essere smascherati dalle forze dell’ordine proprio perché su internet tutto lascia una traccia”. Così il presidente del tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, intervenendo alla videoconferenza del progetto educativo antimafia promosso dal centro Pio La Torre su “Cybercrime e nuove frontiere della criminalità organizzata”.

Insieme a lui a discuterne c’erano Vittoria Pellerito, componente del comitato scientifico del centro studi Pio La Torre, e la presidente del centro, Loredana Introini, che ha moderato l’incontro.

Le parole di Balsamo e il grooming

“E’ importante intervenire tempestivamente – ha aggiunto il presidente Balsamo – soprattutto quando le vittime sono bambini o ragazzi, come spesso avviene con il fenomeno del ‘grooming’, cioè l’adescamento online di minori da parte di adulti che non si presentano con la loro reale età. Purtroppo, a una internazionalizzazione di internet, non corrisponde una internazionalizzazione del contrasto al cybercrime. Per questo si sta lavorando a una nuova convenzione Onu che unisca potenzialmente tutti i Paesi del mondo, modernizzando i mezzi di contrasto e adeguandoli ai cambiamenti delle comunicazioni. Nei confronti del cybercrime occorre lo stesso atteggiamento del contrasto alla lotta alla mafia, per spezzare la sensazione di isolamento e solitudine provata dalle vittime, proprio come aveva fatto Pio La Torre con le marce e le manifestazioni di mobilitazione collettiva, facendo sentire meno sole le persone che non chinavano la testa di fronte alla mafia”.

Rischi per la privacy

Il presidente ha poi messo in guardia da un rischio, che è quello della compressione della privacy: “Le nuove tecniche di indagine contro il cybercrime richiedono garanzie forti, altrimenti c’è il rischio di un controllo potenzialmente invasivo della vita privata dei cittadini”.

“Di fronte a un quadro normativo complesso e frammentato a livello mondiale su cybercrime e criminalità informatica – ha detto Vittoria Pellerito – è sorta l’esigenza di una convenzione unitaria e armonizzata, con l’istituzione, nel 2019, da parte dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, di un comitato ad hoc. Gli strumenti di difesa del cybercrime non si limitano soltanto a contrastare gli effetti specifici di una minaccia contingente, come un attacco hacker, ma si concentrano soprattutto sulla prevenzione”.

I due relatori hanno poi risposto alle domande degli studenti arrivate in streaming. Un centinaio le scuole collegate che hanno seguito l’incontro, insieme agli studenti degli istituti penitenziari. E’ possibile rivedere la conferenza sul sito del centro Pio La Torre e sul canale youtube dell’associazione.

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